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Porta il figlio di 5 anni al McDonald’s, poi si uccide col piccolo gettandosi in un canale

“Non potevo sopportare l’idea di lasciare mio figlio da solo”, queste le parole di Emma Sillent, 41enne inglese, nella lettera scritta prima di compiere l’insano gesto in una zona isolata nel Derbyshire, Regno Unito. La donna soffriva di depressione da molti anni e recentemente aveva avuto tre aborti spontanei.
A cura di Biagio Chiariello
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Ha portato il figlio di 5 anni da McDonald's dove gli ha comprato un Happy Meal, poi ha riempito il suo zaino di sassi e gli ha legato le mani ai suoi stessi polsi, prima di gettarsi in un bacino idrico col piccolo. Secondo quanto accertato dall’inchiesta, Emma Sillent, 41 anni, ha guidato col suo bambino, Jenson Spellman, fino ad una zona isolata nel Derbyshire, Regno Unito, prima di compiere l’omicidio-suicidio. La donna ha lasciato un biglietto nella sua auto, spiegando che voleva porre fine alla sua vita ma non poteva sopportare di lasciare suo figlio da solo. Jenson è stato trovato “legato al polso della madre”, secondo la Corte di Chesterfield. Emma aveva lottato con la depressione per anni e aveva recentemente sofferto di tre aborti spontanei, stando a quanto accertato.

I loro corpi sono stati ritrovati presso il Valehouse Reservoir nel Derbyshire Peak District due giorni dopo la scomparsa avvenuta il 20 novembre scorso. La Peugeot 308 nera di Emma è stata trovata a meno di tre chilometri dalla casa della famiglia nel villaggio di Dinting, vicino a Glossop. Gli avanzi di un Happy Meal, una borsetta, un telefonino e una borsa sono stati trovati nell'auto. Il giorno dopo, il padre di Jenson, John Spellman, ha chiamato i servizi di emergenza, spiegando che la sua compagna era "molto giù" e che in precedenza aveva parlato di "farla finita". "È chiaro che questa donna ha combattuto con pensieri di suicidio, ma ha anche combattuto per continuare a vivere” ha detto il procuratore Rebecca Fearon. “Ha detto che non sopportava il pensiero che Jenson vivesse senza di lei. Ha parlato di una vita di dolore e di essere stata vittima di bullismo. Ha detto che voleva legarlo a lei perché non voleva che si allontanasse” ha aggiunto. Nell’ambito dell’inchiesta è stato riferito che nella sua lettera, Emma parlava di come fosse rimasta "traumatizzata" dalla sua stessa infanzia e di come avesse cercato aiuto e si fosse sottoposto a qualche terapia, ma ha aggiunto: "Nulla l’ha aiutata".

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