Perù, dopo il lockdown per il covid turista attende 7 mesi di visitare Machu Picchu

La pazienza è una dote preziosa: lo dimostra la storia di  Jesse Katayama, un uomo giapponese che ha atteso per la bellezza di sette mesi di poter visitare il sito archeologico di  Machu Picchu, in Perù. Lo scorso marzo gli era stato negato l'ingresso a causa delle misure di contenimento del coronavirs così lui, senza protestare, ha pazientemente aspettato e ieri, 11 ottobre, è riuscito a esaudire il suo sogno. L'uomo era giunto ad Aguas Calientes, il villaggio più vicino al sito archeologico, il 14 marzo, alla vigilia dell'inizio del lockdown nel Paese. La visita gli era stata tassativamente negata ma lui non si è perso d'animo e per sette mesi ha atteso la riapertura della cittadella. L'11 ottobre le autorità di Cusco gli hanno consentito di essere il primo turista straniero a entrare a Machu Picchu da quando è iniziata la pandemia che in Perù ha provocato 849.371 casi con 33.305 morti.

In un post scritto su Facebook dalla Direzione generale del commercio estero e del turismo (Dircetur) di Cusco si legge: "Il nostro fratello giapponese è rimasto a Machupicchu Pueblo (nome ufficiale di Aguas Calientes) e dopo una lunga attesa è stato finalmente in grado di realizzare il suo sogno tanto agognato. Questo è un esempio di come coordinarsi tra le istituzioni per raggiungere un obiettivo comune". Il turista giapponese ha spiegato le ragioni della sua scelta: "Volevo vedere Machu Picchu, ma un giorno prima che lo facessi, il santuario ha chiuso a causa della pandemia. Sono rimasto con l'unico scopo di visitare questa meraviglia, e non volevo andarmene senza farlo". Il sito di Machu Picchu riaprirà ai turisti non prima di novembre, dopo un primo tentativo realizzato a luglio non andato a buon fine a causa di una recrudescenza dei contagi.