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Palazzo crollato a Miami, i morti diventano 9: edificio aveva bisogno di lavori per 9 milioni

Salgono a 9 le vittime accertate del crollo del palazzo di 12 piani a Miami. Nel frattempo emergono nuove perizie sulle condizioni dell’edificio: uno studio di ingegneri nel 2018 aveva sottolineato la necessità di eseguire riparazioni e lavori straordinari per una spesa totale di 9 milioni di dollari, di cui 3,8 per il garage e la piscina.
A cura di Stefano Rizzuti
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Diventano 9 i morti confermati in seguito al crollo del palazzo di 12 piani a Surfside, vicino Miami. Ma i dispersi sono ancora più di 150 e il bilancio potrebbe aggravarsi con le ricerche che comunque non si fermano. Ad assicurarlo, annunciando il ritrovamento di altri corpi e la morte di una persona ricoverata in ospedale, è la sindaca di Miami-Dade, Daniella Levine Cava. Le ricerche dei dispersi continuerà anche nelle prossime ore, seppure la speranza di trovare ancora qualcuno vivo sotto le macerie resti flebile.

Nel 2018 ipotesi lavori per 9 milioni di dollari

Intanto emergono nuovi elementi riguardanti le condizioni del palazzo crollato alle 2 del mattino. Il condominio, di circa 100 appartamenti, affaccia sull’Oceano Atlantico ed è stato costruito 40 anni fa. Si trova in una zona paludosa ed esposta all’erosione causata dalla salsedine. Motivi per cui richiede una manutenzione costante. E l’edificio, in effetti, aveva bisogno di riparazioni e di lavori strutturali, come emerso dalle indagini. Nel 2018, quindi ben tre anni fa, uno studio di ingegneri stimava il costo delle riparazioni e dei lavori ingenti da fare per una spesa preventivata in 9 milioni di dollari.

I lavori di cui aveva bisogno il palazzo crollato a Miami

Di questi 9 milioni di dollari necessari per i lavori, circa 3,8 erano necessari – secondo gli ingegneri – per il garage e la piscina, che sarebbe dovuta essere impermeabilizzata in maniera adeguata. Tutti questi dettagli sono emersi da una mail inviata da uno studio di ingegneri. Nelle scorse ore era emersa un’altra perizia, contenuta in un documento nel quale si parlava di “gravi danni strutturali” all’edificio. Danni che riguardavano soprattutto la lastra sotto il bordo piscina, ma anche le colonne di cemento, le travi e le pareti del garage. Di fatto ciò che emergeva era un rischio per le fondamenta corrose, che necessitavano di riparazioni. Va anche sottolineato che in quella perizia non si parlava di un pericolo imminente a causa di questi danni.

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