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Morte Gabriel Cruz, confessa l’assassina: “L’ho colpito con un’ascia e poi l’ho soffocato”

Ana Julia Quezada, 43enne di origine dominicana, arrestata per l’omicidio del piccolo Gabriel Cruz ha confessato alla polizia iberica: “Abbiamo discusso, prima l’ho colpito con la parte di legno di un’ascia, poi l’ho soffocato”.
A cura di Ida Artiaco
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Gabriel Cruz e la sua presunta assassina.
Gabriel Cruz e la sua presunta assassina.

Alla fine ha confessato. Ana Julia Quezada, 43enne di origine dominicana, arrestata la scorsa domenica con l'accusa di aver ucciso il piccolo Gabriel Cruz, è crollata davanti agli inquirenti raccontando tutta la verità sulla vicenda che ha tenuto col fiato sospeso la Spagna. Dopo tre giorni di pressioni in un carcere dell'Almeria dove era detenuta, la donna, compagna del padre della giovane vittima, ha dichiarato: "Abbiamo discusso, prima l'ho colpito con la parte di legno di un'ascia, poi l'ho soffocato". Il bambino, 8 anni, era scomparso lo scorso 27 febbraio quando era uscito da casa della nonna per andare da un cugino. Ma di lui si sono perse le tracce fino al ritrovamento del suo cadavere nel baule della macchina di Ana due settimane più tardi.

La donna dal giorno della sparizione ha sempre finto, tenendo per mano il compagno, baciandolo in pubblico, commuovendosi davanti alle telecamere e indossando una maglietta con il viso di Gabriel. Ma la Guardia Civil sospettava di lei da tempo e anche ai genitori è stato chiesto di non cambiare atteggiamento nei confronti di Ana Julia. Poi, dopo l'arresto, è arrivata l'ammissione di responsabilità nel delitto. L'assassina ha spiegato di averlo ucciso subito, di avere litigato con il bambino dopo che era uscito di casa, di averlo colpito e poi soffocato. Tuttavia, resta ancora il mistero sul motivo che l'ha spinta ad un simile gesto. Due le ipotesi, la prima di natura sentimentale, perché voleva convincere Angel, il padre di Gabriel, a trasferirsi con lei a Santo Domingo, la seconda di natura economica, perché sperava di chiedere e ottenere un riscatto.

Investigatori e media spagnoli hanno anche scavato nel passato della donna e sono emersi particolari inquietanti. Pare che negli anni Novanta, dopo essere arrivata in Spagna, si fosse sposata a Burgos, nel nord, con un camionista. Aveva due figlie. Nel 1996, a quattro anni, morì la maggiore, cadendo dal settimo piano in un misterioso incidente sul quale ora gli investigatori hanno riaperto le indagini. Intanto, proprio mentre Ana Julia confessava l'omicidio, la tv iberica trasmetteva in tutto il Paese in diretta i funerali del piccolo Gabriel. La madre Patricia ha chiesto a tutti i presenti di trasformare i sentimenti di odio in positività. "Quella donna paghi quello che deve pagare. Ma vorrei che di questo caso rimanessero le buone azioni giunte da ogni parte, che hanno tirato fuori il buono dalle persone".

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