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Libano, bimbo muore dopo l’esplosione di una mina israeliana: credeva fosse un pallone

Un bambino siriano è rimasto ucciso e suo fratello ferito a causa dell’esplosione di una mina israeliana piazzata in Libano durante l’invasione del 1982. Lo riferiscono l’agenzia governativa libanese Nna e altri media di Beirut, secondo cui il piccolo è deceduto in ospedale: era convinto che quell’ordigno fosse un pallone.
A cura di Davide Falcioni
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Un bambino siriano è rimasto ucciso e suo fratello ferito a causa dell'esplosione di una mina israeliana piazzata in Libano durante l'invasione del 1982. Lo riferiscono l'agenzia governativa libanese Nna e altri media di Beirut, secondo cui il piccolo è deceduto in ospedale dopo esser stato accidentalmente investito dall'esplosione dell'ordigno nel distretto di Nabatiye, 90 chilometri a sud-est della capitale. Stando a quanto racconta la stampa libanese la vittima aveva appena otto anni e si chiamava Fadi Muhammad Al-Saeedi. Il bimbo e il fratellino di otto anni avrebbero afferrato la bomba pensando che fosse una palla: l'esplosione dell'ordigno li ha però investiti in pieno.

In Libano 400 bombe e mine israeliane inesplose

Secondo l'Ong britannica Mines Advisory Group (Mag), che si occupa da diversi anni dallo sminamento di diverse regioni del mondo coinvolte negli scorsi anni da conflitti, nell'area che separa il Libano da Israele – lungo una fascia di circa 120 chilometri – sorgerebbero almeno 400mila ordigni inesplosi: non si tratterebbe solo di mine antiuomo ma anche di bombe a grappolo lanciate dall'aviazione israeliana durante l’occupazione degli anni Ottanta e a seguito delle invasioni del 1978 e 1982. La situazione sul terreno è ulteriormente peggiorata nel 2006, quando si è scatenata una nuova guerra tra Israele e le milizie filo-iraniane di Hezbollah. Durante i 34 giorni di conflitto, almeno 4 milioni di ordigni a grappolo sono stati sganciati sui villaggi e sulle città libanesi: il 40 per cento delle bombe tuttavia non è esploso a contatto con il terreno, continuando a rappresentare un pericolo per la sicurezza dei cittadini, in particolar modo dei bambini che – come è avvenuto oggi – possono utilizzarle per gioco. Come certifica dall’Unicef, dal 2006 ad oggi più di settanta persone sono morte a causa dell’esplosione di una mina e 470 sono rimaste ferite.

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