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L’appello di papa Francesco alla comunità internazionale: “Favorire rientro in patria dei rifugiati”

Papa Francesco in un videomessaggio all’Incontro online sulla crisi umanitaria in Siria e Iraq: “Il mio pensiero va ai rifugiati che vogliono rientrare nel loro paese. Rivolgo un appello perché si faccia ogni sforzo per favorire questo rientro, garantendo le condizioni di sicurezza e le condizioni economiche necessarie perché ciò si possa avverare”.
A cura di Susanna Picone
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"Il mio pensiero va ai rifugiati che vogliono rientrare nel loro paese. Rivolgo un appello alla comunità internazionale, perché si faccia ogni sforzo per favorire questo rientro, garantendo le condizioni di sicurezza e le condizioni economiche necessarie perché ciò si possa avverare. Ogni gesto, ogni sforzo in questa direzione è prezioso". È quanto ha detto papa Francesco nel videomessaggio all'incontro online sulla crisi umanitaria in Siria e Iraq. Per Bergoglio “bisogna fare in modo che la presenza cristiana, in queste terre, continui ad essere ciò che è sempre stata: un segno di pace, di progresso, di sviluppo e di riconciliazione tra le persone e i popoli”. E ancora, il Pontefice ha aggiunto: "Ogni sforzo – piccolo o grande – fatto per favorire il processo di pace, è come mettere un mattone nella costruzione di una società giusta, che si apra all'accoglienza, e dove tutti possano trovare un luogo per dimorare in pace”. "Il mio pensiero – continua papa Francesco nel videomessaggio – va soprattutto alle persone che hanno dovuto lasciare le proprie case per sfuggire agli orrori della guerra, alla ricerca di condizioni di vita migliore per sé e per i propri cari”. Il Pontefice ricorda in particolare “i cristiani costretti ad abbandonare i luoghi dove sono nati e cresciuti, dove si è sviluppata e arricchita la loro fede".

"Un'ultima riflessione sull'opera delle agenzie cattoliche che sono impegnate negli aiuti umanitari", dice Bergoglio. "Un pensiero di incoraggiamento a tutti voi, che, sull'esempio del Buon Samaritano, vi adoperate senza riserve per accogliere, curare, accompagnare i migranti e gli sfollati in queste terre, senza distinzione di credo e di appartenenza", prosegue. "Come ho avuto modo di dire tante volte, la Chiesa non è una Ong. La nostra azione caritatevole dev'essere ispirata dal e al Vangelo – conclude quindi papa Francesco -. Questi aiuti devono essere un segno tangibile della carità di una Chiesa locale che aiuta un'altra Chiesa che sta soffrendo, tramite questi mezzi meravigliosi che sono le agenzie cattoliche di aiuto umanitario e di sviluppo. Una Chiesa che aiuta un'altra Chiesa!". All'incontro online sulla crisi umanitaria in Siria e Iraq, promosso dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, sono presenti una cinquantina di organismi di carità cattolici, rappresentanti degli episcopati locali e delle Istituzioni ecclesiali e Congregazioni religiose che operano in Siria, Iraq e nei Paesi limitrofi, oltre ai nunzi apostolici dell'area.

Papa Francesco a marzo 2021 andrà in Iraq. "Accogliendo l'invito della Repubblica d'Iraq e della Chiesa cattolica locale, Papa Francesco compirà un viaggio apostolico nel suddetto Paese dal 5 all'8 marzo 2021, visitando Baghdad, la Piana di Ur, legata alla memoria di Abramo, la città di Erbil, così come Mosul e Qaraqosh nella Piana di Ninive", ha riferito nei giorni scorsi il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni precisando che "a suo tempo sarà pubblicato il programma del viaggio, che terrà conto dell'evoluzione dell'emergenza sanitaria mondiale".

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