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La Grecia a 10 giorni dalle elezioni: scandali, attentati e casse vuote

Nuovi (vecchi) scandali minano la credibilità della Grecia, la Troika si fa ancor più severa, il Ministro delle Finanze ha dato le dimissioni, le casse previdenziali sono vuote, la sanità pubblica è abbandonata a se stessa, il parlamento fa i conti con Alba Dorata e gli accordi traballanti. Tornano gli attentati.
A cura di Anna Coluccino
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grecia dopo elezioni attentati

Sono trascorsi poco più di dieci giorni dalle elezioni, e la Grecia già si ri-trova al centro del ciclone: scandali, attentati, continuo calo di fiducia sia all'interno che all'esterno del paese. I dati rivelano una situazione economica in progressivo peggioramento, e persino i leader dei partiti pro-austerity cominciano a chiedere alla Troika di allentare la presa. Ma procediamo con ordine. Dopo la vittoria di Nuova Democrazia all'ultima tornata elettorale, Antonis Samaras è stato nominato a capo del governo e ha incassato l'appoggio del PASOK e di Sinistra Democratica. Incalzato dall'ottimo risultato di Syriza – secondo partito con quasi il 30% dei consensi – il nuovo governo nasce con l'intenzione di avviare un dialogo con la cancelliera Merkel per ammorbidire le pretese dell'Unione Europea ma, al momento, non sembrano esserci grandi margini di contrattazione. La Germania pretende il mantenimento della linea dura. E a conferma della "poca affidabilità" dei governanti greci, fa capolino l'ennesimo scandalo. Una notizia bomba scuote la già precaria fiducia nelle potenzialità greche; notizia di cui – però – molti cittadini avevano cognizione già da diversi mesi, tanto che si chiedevano come mai l'Unione Europea appoggiasse apertamente una classe politica così evidentemente corrotta e affatto rispettosa della sofferenza di una popolazione in ginocchio. Ora, l'UE punta il dito contro il PASOK per lo scandalo dei 70.000 posti di lavoro che – secondo le prime indiscrezioni – il partito di Venizelos avrebbe elargito alla propria clientela sebbene avesse assicurato all'UE un corposo taglio della spesa pubblica. Il PASOK rigetta le accuse e contesta i dati, ma un rapporto sulla questione è già in viaggio verso le stanze dei bottoni dell'Unione e la Grecia perde un ulteriore punto sul piano della credibilità internazionale. Intanto, la Troika preme perché Atene si sottoponga al più presto a controllo relativo al rispetto degli accordi.

La patata bollente delle finanze: le casse pensionistiche sono vuote – Gli ultimi dieci giorni sono stati caratterizzati anche dalle complicazioni mediche che hanno colpito i due uomini chiave di questo nuovo governo, il premier Samaras e il primo nominato al ministero delle Finanze, Vassilis Rapanos. Mentre Samaras è stato costretto a un'operazione all'occhio, il secondo è stato colto da un malore ed ha rassegnato le dimissioni il giorno dopo la nomina. Cronache di palazzo raccontano di un uomo affaticato e preoccupato, costretto a occupare una posizione sulla quale – di qui a pochi giorni – graverà una delle più pesanti responsabilità derivanti dalla crisi: gestire la situazione dei fondi previdenziali, ovvero delle casse in cui avrebbero dovuto fluire i contributi necessari a gestire il sistema delle pensioni e delle liquidazioni che – oggi – sono vuote. Con quei soldi, la Banca della Grecia ha acquistato bond europei a garanzia del debito e – ora – i cittadini in via di pensionamento potrebbero arrivare ad aspettare fino a due anni per percepire la prima pensione, mentre la liquidazione potrebbe svanire nel nulla. Rapanos non si è mostrato nelle condizioni di salute necessarie a gestire un simile stress e la patata bollente è passata a Yannis Stournaras, economista laureantosi ad Oxford, liberale, conservatore, ex banchiere, ex amministratore delegato della Emporiki Bank. Il Corriere lo definisce l'uomo che parla la lingua dei creditori, il che non lascia ben sperare il popolo greco. La ciliegina sulla torta sulle disastrate condizioni economiche greche la mette la diffusione di un altro dato: gli imprenditori greci migrano in massa verso la Bulgaria. Diverse centinaia di imprese sono già approdate in terra bulgara, dove lo stipendio medio è di 360 euro e il regime fiscale più conveniente.

Le proteste, gli scioperi, gli attentati – Nel frattempo, com'era prevedibile, la piazza ricomincia a scalpitare. Dopo quattro mesi di tregua, a tener banco non solo solo i continui scioperi  – come l'ultimo, di 24 ore, proclamato dai settori del turismo e della ristorazione – ma ricominciano a far capolino gli attentati. Dopo aver preso d'assalto, lo scorso febbraio, gli istituti bancari, i politici e alcune aziende locali, gli attentatori hanno spostato l'attenzione sulle multinazionali straniere. Il primo obiettivo è stata la sede di Microsoft ad Atene. Nella giornata di ieri, intorno alle quattro del mattino (ora locale) un'auto ha sfondato la vetrina d'ingresso dello stabile per penetrare negli uffici del piano terra. Tre uomini armati hanno fatto irruzione nel palazzo ordinando al guardiano di lasciare l'edificio, quindi hanno ricoperto il pavimento di benzina e hanno appiccato il fuoco. Nessuna rivendicazione, fino ad ora, ha fatto seguito al gesto, ma appare ormai chiaro che la stagione degli attentati è ufficialmente riaperta, ed è lecito credere che – presto – anche la piazza ricomincerà a pullulare di protestanti. Il sistema sanitario è al collasso, ormai sono molti i casi in cui non si riesce a garantire la cura neppure ai malati di cancro, specie se parliamo dei farmaci che attutiscono gli effetti collaterali. Gli ospedali chiudono, quelli che restano in piedi si affollano e diventa sempre più difficile prendersi cura di chi ha bisogno d'aiuto. Inoltre, con gli esami di prevenzione non più garantiti, saranno sempre di più di casi di malattia cui dover far fronte.

Il parlamento al giuramento, ad Alba Dorata spetterebbe un vicepresidente  – Intanto, alle dieci di questa mattina, il parlamento greco e i suoi 300 deputati (molti dei quali non certo nuovi di zecca…) hanno ripreso i lavori giurando sulla costituzione. Il primo passo sarà l'elezione del presidente dell'assemblea – quasi certamente Evangelos Meimarakis, proposto da Nea Dimokratia – ma la presenza tra i neoeletti di 18 deputati del partito filonazista Alba Dorata mette non poco in imbarazzo la neo-assemblea parlamentare. In quanto quarta forza parlamentare  dopo Nuova Democrazia, SYRIZA e PASOK, ad Alba Dorata spetterebbe il settimo – e ultimo – vicepresidente della camera, ma nessuno sembra disposto a votare per un deputato nazista e ad Alba Dorata occorrono 57 voti per vedersi assegnata quella posizione. Una volta sbrigate le pratiche burocratiche il governo si presenterà al parlamento per ottenere la fiducia. La scadenza è il 6 luglio e le cose non sembrano affatto semplici. C'è chi è pronto a scommettere che il governo Samaras non durerà più di sei mesi.

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