video suggerito
video suggerito

Iraq, al-Maliki rinuncia al potere. Obama: “nessuna evacuazione degli Yazidi”

Il primo ministro iracheno Nouri al-Maliki ha deciso di rinunciare al potere offrendo il suo sostegno al nuovo Premier Al-Abadi.
A cura di Susanna Picone
69 CONDIVISIONI
Immagine

UPDATE 22.50: al-Maliki ha deciso di rinunciare al potere. Dopo giorni di tensioni e scontri politici che hanno visto anche l'intervento delle forze di polizia e dell'esercito nelle strade di Baghdad, il primo ministro iracheno Nouri al-Maliki ha deciso di rinunciare al potere. Lo ha annunciato l'emittente Iraqiya citando il portavoce Ali Moussaoui. Non solo, al-Maliki, che ormai aveva perso l'appoggio di tutta la comunità internazionale oltre che del parlamento iracheno, dovrebbe ritirare anche il suo ricorso contro il presidente Fouad Massoum accusato di violare la Costituzione dopo che aveva dato mandato di formare il nuovo governo ad Haidar al-Abadi. Sempre secondo le stesse fonti, Al-Maliki ora sarebbe pronto ad annunciare che sosterrà il suo successore alla guida del governo. Intanto il Presidente Usa Barack Obama ha spiegato che non ci sarà alcun piano di evacuazione della popolazione yazida perché i raid aerei Usa hanno rotto l'assedio permettendo alla maggioranza dei rifugiati di andare via. Il leader della Casa Bianca ha precisato però che i raid contro i jihadisti dello Stato islamico continueranno "per proteggere la popolazione e il nostro personale" e che parallelamente gli aiuti umanitari saranno inviati a secondo delle necessità.

Non solo raid e lancio di aiuti umanitari in Iraq, nel caos per l'avanzata dell'Isis e la crisi politica a Baghdad. Gli Stati Uniti hanno infatti deciso di mandare anche soldati per aiutare i profughi a evacuare. Cento uomini, tra marines e forze speciali, sono atterrati ieri sulle montagne intorno a Sinjar con l’obiettivo di organizzare, appunto, una via di fuga per i 30.000 civili Yazidi minacciati dai jihadisti. Anche se il Pentagono ha affermato che un’operazione di evacuazione è poco probabile e che le condizioni dei profughi sarebbero buone. Insomma, nelle ultime ore sarebbe stata ridimensionata l'emergenza della minoranza yazida, rifugiatasi sulle montagne in fuga dagli attacchi dello Stato islamico. “Sulla base di queste valutazioni – ha affermato il portavoce del Pentagono, l'ammiraglio John Kirby – l'Agenzia ha considerato che una missione di evacuazione dei rifugiati yazidi nel nord dell'Iraq è molto meno probabile, ma che gli Stati Uniti continueranno a fornire aiuti umanitari”.

Confermato il sequestro di un centinaio di donne e bambini

Ma intanto in Iraq la situazione resta drammatica ed è anche arrivata la conferma da parte dello Stato islamico del rapimento di un centinaio di donne e bambini. Secondo quanto ha riferito un alto responsabile dell'Is, i jihadisti li hanno rapiti una settimana fa quando sono entrati a Sinjar uccidendo un alto numero di uomini. “Posso confermare che le donne e i bambini sono stati portati a Mosul, coglieremo questa opportunità per farli convertire all'islam”, così il responsabile dell’Is. Ieri della situazione in Iraq ha parlato di nuovo anche Papa Francesco: il pontefice ha scritto al segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, chiedendo che le Nazioni Unite facciano ogni sforzo per garantire pace e diritti e per tutelare le vittime dalle violenze delle milizie islamiste. Per venerdì intanto è stato convocato il consiglio di ministri degli Esteri dell’Unione Europea per discutere delle crisi a Bagdad, in Ucraina, a Gaza e in Libia.

69 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views