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Infermiera dona il fegato al paziente di 7 mesi: “Intervento di 14 ore, ma meritava di vivere”

La storia di Sarah Harris, infermiera del reparto di pediatria del Medical Center di St. Luke a Meridian, Stati Uniti, che ha donato parte del suo fegato al piccolo Cole Carter, affetto dalla nascita da una malattia rara nota come atresia biliare: “Vedevo la preoccupazione sul volto della madre. Dovevo dargli una seconda possibilità”.
A cura di Ida Artiaco
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Si è sottoposta ad una operazione durata più di 14 ore per donare parte del suo fegato ad un giovanissimo paziente che lottava tra la vita e la morta. E' questa la storia di coraggio di Sarah Harris, infermiera del reparto di pediatria del Medical Center di St. Luke a Meridian, in Idaho, Stati Uniti. Ha incontrato il piccolo Cole Carter quando aveva solo due mesi di vita e già necessitava di un trapianto di fegato, dal momento che gli era stata diagnosticata una atresia biliare, una malattia rara, ma comune nei neonati, in cui i dotti biliari sono bloccati. In altre parole, la bile non è in grado di fluire nell'intestino, quindi si accumula nel fegato e provoca danni.

"Qualcuno l'avrebbe pur dovuto fare. Ho fatto tutte le analisi del caso e sono risultata compatibile. Meritava di vivere e l'ho fatto", ha raccontato la donna in una intervista pubblicata sul blog dell'ospedale e ripeso ben presto dalla stampa di mezzo mondo. Neppure la mamma e il papà del bimbo, Jessica e Josh Carter, risultavano compatibili e più passano i mesi dalla sua nascita, più le sue condizioni peggioravano. "Vedendo la preoccupazione sul volto della madre rispetto al fatto che non sapevano se sarebbero stati in grado di trovare un donatore, ho pensato che avrei potuto farlo io. Dovevo dargli una possibilità", ha continuato l'infermiera. Si sono così rivolti alla dottoressa Tyler Burpee che ha spiegato che tutto ciò che serviva loro era parte del fegato e dei vasi di Sarah e che lei si sarebbe ripresa presto.

"Abbiamo pensato che fosse una matta – ha detto KTVB  il papà di Cole -. Non l'avevamo mai vista, ma lei aveva curato nostro figlio e se ne era innamorata al punto tale da voler donare una parte del suo corpo per farlo sopravvivere". Così, Sarah si è sottoposta ad un'operazione di 14 ore, da cui si è ripresa velocemente. Il trapianto è stato effettuato a Seattle quando il piccolo aveva sette mesi. L'intervento è andato bene, ma non sono mancate le complicazioni e Cole è dovuto restare in terapia intensiva per più di un mese. Poi il peggio è passato, il bimbo è tornato a casa con la sua famiglia e in occasione del suo primo compleanno ha anche incontrato la donna che gli ha salvato la vita. "Vogliamo condividere la storia di Sarah e Cole – si legge in un post Facebook della scorsa estate – perché c'è sempre bisogno di una seconda possibilità. Ci sono tanti bambini che rischiano la vita. Sarah ci ha permesso di vincere la nostra battaglia e vederla insieme a Cole mi rende ancora più felice".

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