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In Germania la questione migranti può far cadere il governo Merkel

Il ministro dell’Interno e leader della Csu, Horst Seehofer, che contesta la politica migratoria della cancelliera Angela Merkel, minaccia le sue dimissioni. A rischio la tenuta del governo di grande coalizione nato meno di 100 giorni fa: senza i 46 seggi della Csu, il governo Merkel non avrebbe la maggioranza in parlamento.
A cura di Giorgio Tabani
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"La situazione è molto seria", dice la cancelliera tedesca Angela Merkel, in un’intervista alla televisione tedesca Zdf. Una forte crisi politica sulla questione migranti sembra infatti minacciare la tenuta del suo governo. L'Unione cristiano-democratica (Cdu) della Merkel e l'Unione cristiano-sociale bavarese (Csu) sono in trattativa da giorni per cercare un accordo che eviti la rottura della coalizione. Il braccio di ferro vede al centro la politica migratoria perseguita dalla cancelliera, giudicata troppo morbida dalla Csu, il partito regionale bavarese storico alleato e partner della coalizione formata a marzo dopo lunghe trattative. Horst Seehofer, presidente della Csu e ministro dell'Interno, va all'attacco da settimane e ha offerto domenica le sue dimissioni nel corso di una lunga riunione del suo partito a Monaco. Vari esponenti della Csu l'avrebbero però convinto ad aspettare e cercare nuovamente un accordo per salvare il governo. L'incontro dovrebbe avvenire lunedì pomeriggio alle 17 nella sede della Cdu a Berlino. Intanto è in corso la direzione della Cdu ed è prevista anche quella del partito socialdemocratico (Spd), l'altro partner della coalizione.

Il conflitto verte sui cosiddetti "secondary movements", ossia l'arrivo in Germania di migranti che hanno già fatto richiesta d'asilo in altri paesi dell'unione Europea. Il piano presentato da Seehofer, il "masterplan migration" prevederebbe soprattutto, oltre a rimpatri massivi e a una velocizzazione estrema delle procedure, il respingimento automatico di questa categoria di migranti, in linea con il regolamento di Dublino che obbliga i paesi di primo arrivo al trattamento delle domande d'asilo. La cancelliera, in occasione dell'ultimo Consiglio europeo, ha tentato la strada delle intese bilaterali con gli altri paesi dell'Ue, senza particolare successo (se si esclude una disponibilità di Spagna e Grecia). La Merkel ha spiegato sempre alla Zdf come un accordo con l'Italia non fosse possibile, dal momento che "il primo ministro italiano ha spiegato che l'Italia si è sentita piantata in asso da molti, per anni". Un risultato giudicato deludente dal ministro dell'interno, che aveva commentato così: "I risultati del Consiglio europeo non sono affatto equivalenti alle nostre proposte di respingimenti alla frontiera". Seehofer ha proposto, dunque, di procedere unilateralmente, trovando la contrarietà della Merkel: il timore della cancelliera è quello di un effetto domino, con la chiusura dei confini degli altri paesi europei per bloccare i migranti espulsi dalla Germania. Si tratterebbe, è la linea della cancelliera, della fine della libera circolazione delle persone, uno dei pilastri dell'Ue.

È probabile che la Csu, partito regionalista bavarese, guardi alle amministrative del prossimo ottobre in Baviera. Nel Land in cui hanno sempre governato si teme, infatti, l'avanzata dell’ultradestra rappresentata da Alternativa per la Germania (Afd), molto forte secondo i sondaggi. Per ora comunque restano aperti tutti gli scenari, anche l'eventuale uscita di scena di Seehofer senza che il suo partito lasci la coalizione. In caso contrario, senza i 46 seggi della Csu, il governo Merkel non avrebbe la maggioranza in parlamento e resterebbe la strada di un governo di minoranza, un tentativo di nuova coalizione o la dimissioni e le conseguenti nuove elezioni entro 60 giorni.

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