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Il “Laugh in” di Ferrara e le (poche) risate contro Sarkozy e la Francia (VIDEO)

Non più di trecento persone a Piazza Farnese per il laugh in organizzato da Giuliano Ferrara in risposta allo “sberleffo” del Presidente francese Nicholas Sarkozy. Tra slogan e risate, la “riscossa italiana” contro il bullismo dei cugini d’oltralpe?
A cura di Enrico Nocera
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Giuliano Ferrara

Vecchie canzoni francesi e fragorose risate preregistrate. Comincia così il sit in, anzi, il “laugh in” di Giuliano Ferrara sotto l’ambasciata di Francia a Roma, in una Piazza Farnese gremita da non più di trecento persone. A scatenare la protesta del direttore del Foglio e dei fedelissimi pidiellini è stato il sorriso che il presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, e il cancelliere tedesco Angela Merkel,si sono scambiati durante il vertice del Consiglio Europeo a Bruxelles, dopo una domanda sull’Italia e sulle misure che il governo Berlusconi sta prendendo per arginare la crisi economica.

"Laugh in" a Piazza Farnese: le risate di Ferrara contro Sarkozy

Circa 300 sostenitori di Berlusconi si sono dati appuntamento a Roma, sotto l'ambasciata francese.

I nostri compaesani riscoprono, così, la perduta scintilla del patriottismo, ridicolizzato, a dire dei presenti, dal “bullismo” dei nostri cugini, come lo definisce Giuliano Ferrara dal piccolo palco ornato di bandiere transalpine. “La Francia ha in pancia oltre 200 miliardi di titoli di debito greci – tuona il conduttore di Radio Londra dal palco – l’Italia, invece, i propri debiti se li paga da sola”. Quella del debito ellenico sembra essere una costante tra i manifestanti accorsi in Piazza Farnese. Tutti sottolineano come l’Italia, a differenza della Francia, stia messa meglio in quanto a debito pubblico e come le nostre banche siano, bene o male, sfuggite alla crisi. E allora giù risate e sberleffi. La situazione non sembra poi così nera, secondo i sostenitori dell’attuale governo. Eppure anche fra loro c’è chi parla di “casta”, chi invoca un taglio drastico alle spese della politica e chi spera che Berlusconi possa realmente occuparsi dei problemi del Paese più che di quelli personali: “Il premier ce li ha gli attributi per toglierci dalla crisi? – ci dicono dalla piazza – noi questo gli chiediamo. Quali misure sta prendendo per risanare i conti pubblici? Non dobbiamo fare sempre “gli italiani”, che dalla montagna partoriscono il topolino. Poi va a finire che ci ridono appresso”.

Dai costi della politica a quelli della giustizia. Il discorso di Ferrara perde pian piano di vista l’obiettivo iniziale per virare bruscamente sulle questioni che tanto angosciano il presidente del Consiglio. Dal palco, infatti, arrivano gli immancabili strali contro le odiate intercettazioni: “Quanto costano allo Stato? – urla Ferrara – tanto. Troppo”. Dichiarazione che giunge appena un giorno dopo la seguente richiesta della Camera dei Deputati al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, firmata dal segretario generale Ugo Zampetti: “Chiediamo, per ciascun anno del triennio 2012-2014, la dotazione di 992.000.000 milioni di euro”. Tutto questo, però, non ferma Ferrara, che rincara la dose, lanciandosi in un paragone con la giustizia transalpina: “Quanto soldi sono stati spesi per le intercettazioni della signora Ilda Boccassini? Una tale irrispettosità dell’apparato giudiziario nei confronti dello Stato, in Francia, non l’avrebbero mai permessa”. Insomma, i nostri cugini d’oltralpe qualche qualità sembrano averla. Anche se, dalla piazza, si invoca a gran voce il boicottaggio: “Niente più compriamo da loro. Niente cibo, niente macchine, niente vestiti. Nemmeno il dopobarba vogliamo”. A rinfocolare gli animi ci pensa, infine, Daniela Santanchè, che dice, testuali parole: “Noi italiani siamo meglio”, sottolineando come la Merkel abbia “perso Berlino”, Sarkozy non abbia “ripresentato la sua candidatura all’Eliseo” e rimettendo sul tavolo la questione dei titoli di Stato “grechi”.

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