Il Coronavirus sbarca ad Haiti coi migranti di ritorno e ora fa paura
In un Paese come Haiti già devastato da eventi naturali catastrofici, scontri politici, violenze e una povertà diffusa, l’ondata di contagi da nuovo coronavirus ora fa paura. Haiti ha testato finora circa 1.300 persone e ha confermato 234 casi di positività ma a preoccupare è il boom di contagi registrato per la prima volta questa settimana. Per la maggior parte si tratta di casi di persone ritornare a casa dall’estero perché hanno perso il lavoro proprio a causa dell’emergenza sanitaria in corso.
Un afflusso di centinaia di migliaia di emigranti che impensierisce le autorità locali ma anche le organizzazioni umanitarie perché rischiano di diffondere il contagio in un Paese dove mancano i controlli e le risorse per effettuarli. Come segnala il Washington Post, per lungo tempo si è creduto che il Paese potesse essere poco interessato dalla pandemia globale per via dei suoi pochi scambi con l’estero. Basti pensare che nella vicina e ricca Repubblica Dominicana, che attira turisti da tutto il mondo, i casi sono saliti ai massimi livelli nei Caraibi mentre ad Haiti sono rimasti poche decine a lungo.
Con la chiusura di molte attività, però molti degli oltre 500mila haitiani che lavorano nella Repubblica Dominicana hanno perso il posto e sono stati costretti a tornare in patria senza alcun controllo medico. Loro malgrado sono diventati il principale vettore della malattia e in un Paese dove ci sono appena 200 posti letto in ospedale per curare pazienti con covid-19 potrebbe essere l’ennesimo disastro umanitario di questa terra martoriata.