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“Ikea spiava dipendenti nella vita privata”: via al processo in Francia

Secondo l’accusa, i dirigenti di Ikea France avrebbero creato un vero e proprio sistema di spionaggio dei dipendenti francesi monitorando in modo abusivo i lavoratori anche nella loro vita privata. Esempio di queste condotte una mail in cui un dirigente di Ikea scriveva: “C’è un impiegato modello è diventato molto esigente dall’oggi al domani. Vorremmo sapere da dove proviene questo cambiamento”
A cura di Antonio Palma
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Per tenere sotto controlla l'attività dei dipendenti dei punti vendita, i dirigenti di Ikea avrebbero creato un vero e proprio sistema di spionaggio dei dipendenti francesi monitorando in modo abusivo i lavoratori anche nella loro vita privata, è questa la pesante accusa nei confronti degli ormai ex amministratori francesi del gruppo svedese del mobile per i quali si è appena aperto il processo davanti al tribunale penale di Versailles. Lo scandalo risale a nove anni fa e fu portato a galla da una inchiesta giornalistica che poi ha dato vita a una denuncia del sindacato che aveva gravemente scosso Ikea France, costretta infine a licenziare quattro dei suoi leader.

Sul banco degli imputati, oltre agli ex amministratore locali del gruppo del mobile, anche alti dirigenti dell'azienda e agenti di polizia che si sarebbero prestati allo spionaggio dei dipendenti fornendo acceso ad archivi delle forze dell'ordine senza alcuna autorizzazione. Nel processo la filiale francese di Ikea, che impiega 10.000 dipendenti, viene citata in giudizio come persona giuridica e rischia una multa fino a 3,75 milioni di euro. Gli imputati sono accusati a vario tiolo dei reati di illecita raccolta e divulgazione di informazioni personali, violazione del segreto professionale e intralcio alla giustizia, il che espone alcuni di loro alla pena massima di dieci anni di reclusione.

In particolare, secondo l'accusa, l'ex direttore della gestione del rischio di Ikea France, stilava lunghi elenchi di persone "da testare" passandoli poi a società di investigazione privata alle quali l'azienda forniva budget fino a 600.000 euro all'anno col compito di pedinare e verificare dati sui dipendenti e sui candidati all'assunzione. Meccanismo che si serviva infine anche dell'aiuto di poliziotti infedeli. Esempio di queste condotte una mail in cui il dirigente di ikea scriveva "c'è un impiegato modello è diventato molto esigente dall'oggi al domani . Vorremmo sapere da dove proviene questo cambiamento". I fatti contestati riguardanti il ​​periodo dal 2009 al 2012 ma per l'accusa  queste pratiche risalgono già all'inizio degli anni 2000, ani duranti quali diverse centinaia di persone sono state esaminate scrupolosamente, controllando la loro fedina penale ma anche eventuali denunce come vittime e il loro stile di vita privato.

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