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Attentato a Mosca al Crocus City Hall

Gli USA avevano avvertito Mosca su un possibile attacco al Crocus City Hall 15 giorni prima dell’attentato

A rivelarlo è il Washington Post. L’amministrazione USA secondo fonti interne, aveva esplicitamente nominato la struttura alla periferia di Mosca in una lista di potenziali obiettivi di un attentato terroristico. Ma secondo Putin & c. si è trattato di “avvertimenti troppo generici”
A cura di Biagio Chiariello
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La Crocus City Hall
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Gli Usa avevano avvertito la Russia del fatto che il Crocus City Hall fosse un potenziale obiettivo di un attacco terroristico almeno due settimane prima dell'attentato nel quale sono morte oltre 140 persone, rivendicato poi dall‘Isis-K.

Lo riferisce il Washington Post citando dirigenti americani protetti dall'anonimato e a conoscenza della questione. L'alto livello di specificità indicato nell'alert contraddice le affermazioni di Vladimir Putin & c. secondo cui gli avvertimenti provenienti dall'Occidente fossero "troppo generici" per permettere di fermare un possibile attentato.

E il retroscena svelato dal principale quotidiano della Capitale USA solleva dubbi sulle contromisure adottate dal Cremlino per prevenire l’attacco al Crocus City Hall e, in generale, per garantire la sicurezza. In particolare Sergei Naryshkin, capo dei servizi segreti della Russia, ha detto che le informazioni condivise dagli Stati Uniti erano "troppo generiche e non ci hanno permesso di identificare completamente coloro che hanno commesso questo terribile crimine" , secondo Interfax.

Va sottolineato come in più di un'occasione Putin ha ringraziato gli Stati Uniti per aver condiviso informazioni utili a sventare gli attacchi terroristici a San Pietroburgo, nel 2017 e nel 2019, periodo in cui il principale inquilino della Casa Bianca era Donald Trump.

Dopo i fatti dello scorso 24 marzo, la Russia ha più volte puntato il dito contro l'Ucraina. Mosca ha inoltre fatto sapere che citerà in giudizio Kiev davanti alle Corti internazionali con l'accusa di essere coinvolta in atti di terrorismo sul suolo russo, non solo per ciò che riguarda la strage al Crocus City Hall.

Secondo le autorità russe, in particolare ci sarebbe il numero uno del Servizio di sicurezza di Kiev, Vasyl Malyuk, dietro all'attentato alla sala concerti. Come riporta la Tass, il ministero degli Esteri russo ha ribadito che "gli investigatori hanno trovato prove" di un presunto coinvolgimento degli 007 di Kiev nella strage.

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