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Egitto, l’esercito rassicura Israele: “Rispetteremo gli accordi”

I militari lanciano un messaggio di tranquillità ad Israele assicurando di rispettare i trattati internazionali e tranquillizzano gli egiziani, assicurando un passaggio di potere pacifico ad una autorità civile. Piazza Tahrir, intanto, torna lentamente verso la normalità.
A cura di Cristian Basile
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L'Egitto, dopo 18 giorni di proteste, ha vissuto il primo giorno senza Hosni Mubarak. Il Consiglio Supremo delle Forze Armate egiziane, al quale ieri l'ex presidente ha ceduto tutti i suoi poteri, ha assicurato attraverso un comunicato "a trasferire il potere pacificamente, nel quadro di un sistema democratico libero, ad un'autorità civile che governi il paese democraticamente". L'esercito ha anche garantito che rispetterà "tutti gli accordi ed i trattati nazionali ed internazionali". Nel comunicato hanno esortato l'attuale esecutivo ed i governanti del paese a "svolgere le proprie funzioni fino alla formazione di un nuovo governo".

Le parole dell'esercito hanno rassicurato almeno in parte gli egiziani e l'opinione pubblica internazionale, Israele in primis. Il governo israeliano, infatti, per mezzo del primo ministro Benjamin Netanyahu, già ha risposto a questa dichiarazione di intenzioni dell'esercito egiziano giudicando "positiva" la notizia della promessa di mantenere gli accordi di pace. "Il trattato di pace tra Israele e l'Egitto ha dato un grande contributo ai due stati ed è stato un pilastro per la pace in Medio Oriente". Anche il ministro delle Finanze israeliano, Yuval Steinitz ha assicurato in un'intervista televisiva "che la pace è l'unico interesse per Israele e per l'Egitto. Siamo molto felici per l'annuncio".

Intanto lentamente, dopo le proteste dei giorni scorsi ed i festeggiamenti di oggi, torna la calma a Piazza Tahrir, cuore pulsante e simbolo della protesta. Da segnalare la presenza di centinaia di giovani che stanno ripulendo la piazza: "Giovani coraggiosi, andate a pulire la piazza" incitava un gruppo di giovani con scritto in inglese e in arabo sulle magliette: "Ci scusiamo per i disagi, stiamo costruendo l'Egitto", e "Ieri, manifestavo, oggi, costruisco".

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