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Covid 19

Disastro Coronavirus negli Stati Uniti, quasi 40mila contagi in 24 ore: cosa è andato storto

Negli Stati Uniti la pandemia da Coronavirus è tutt’altro che sotto controllo: quasi 40mila nuovi casi sono stati registrati nelle ultime ore, mentre secondo i dati dei Centers for Disese Control and Prevention americani il numero di persone realmente infettate potrebbe essere vicino ai 24 milioni. Sotto accusa la precoce riapertura dell’economia, la continuata mobilità tra gli Stati e lo scoppio di nuovi focolai tra i giovani e nelle carceri.
A cura di Ida Artiaco
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Negli Stati Uniti l'emergenza Coronavirus non accenna a diminuire. Nelle ultime 24 ore si è raggiunta la cifra record di 39.327 nuovi contagi in tutto il Paese, che portano il totale quasi a due milioni e mezzo, inclusi 124.410 morti. Non solo. Secondo i dati dei Centers for Disese Control and Prevention americani, le persone realmente infettate potrebbero essere molte di più, circa 24 milioni. Il che indica che le autorità non hanno saputo contenere la diffusione del virus e che l'epidemia sta peggiorando, una traiettoria, questa, "in contrasto con molte altre nazioni, che hanno visto un declino stabile dei contagi dopo un picco iniziale", come si legge sulle pagine del New York Times. Sotto accusa la riapertura precoce dell'economia già a maggio, fortemente invocata dal presidente Trump, e l'aumentata mobilità tra gli stati. Anche il virologo Anthony Fauci in una intervista al Washington Post ha confessato che "qualcosa non sta funzionando". Ma cosa è andato davvero storto nella gestione della pandemia oltreoceano?

Florida, Texas e California nuovi epicentri dell'epidemia

A preoccupare sono soprattutto alcuni Stati, come la Florida e il Texas, che sembravano aver superato indenni la prima fase della pandemia. Proprio il governatore del Texas, Greg Abbott, ha definito apocalittica l'impennata dei nuovi casi, emettendo un ordine per garantire la disponibilità di letti ospedalieri per i pazienti Covid-19. Nelle sue intenzioni, si sarebbe dovuti passare alla fase successiva dell'emergenza il 4 luglio, ma ha dovuto fare un passo un dietro. Per questo, non ci sarà alcun allentamento delle misure restrittive. Anche il governatore della California, Gavin Newsom, ha annunciato che non riaprirà l'economia se i bollettini dei prossimi giorni non daranno segni di miglioramento. Stessa situazione in Arizona, che registra il più alto tasso di trasmissione del contagio pro capite di qualsiasi altro stato oltre a quello di New York, secondo un'analisi realizzata dalla CNN sulla base dei dati fornita dalla Johns Hopkins University: fino a poco fa c'erano 38 nuovi casi per 100mila persone al giorno. Ma il blocco è stato deciso solo la scorsa settimana, quindi è arrivato troppo tardi per scongiurare la crisi da Coronavirus. Anche il governatore della Lousiana John Bel Edwards ha emesso un nuovo ordine che estende le restrizioni per altri 28 giorni. Eppure, la situazione non migliora.

Il problema Covid-19 tra i giovani e nelle carceri

Secondo la stampa a stelle e strisce sono molti i fattori che hanno contribuito ad un aumento del numero dei casi di Coronavirus. A preoccupare ora sono soprattutto le feste private, a cui partecipano i giovani, molti dei quali sono risultati positivi, ma anche la situazione nelle carceri, dato il numero crescente di detenuti  e guardie carcerarie infettate. Al momento più di 570 persone e oltre 50 ufficiali sono deceduti a causa di Covid-19 nelle carceri, diventati i veri nuovi focolai dell'epidemia. Alcuni, tra cui il presidente Trump, hanno attribuito l'aumento casi al maggior numero di test che si stanno effettuando, mentre nessuno si è pronunciato su un possibile collegamento con le recenti proteste che hanno visto migliaia di persone scendere in piazza dopo la morte di George Floyd. Ma l'attenzione ora è rivolta soprattutto ai più giovani. "Le persone di età compresa tra i 18 e i 44 anni vengono colpite dalla malattia a un ritmo davvero sostenuto – ha spiegato Erin Bromage dell'University of Massachusetts Dartmouth -. Si mescolano tra di loro a un tasso più elevato, per questo il tasso di infezione – specialmente in Texas, Florida e Arizona – sta salendo alle stelle in quella fascia demografica. Il fatto è che questi soggetti non sono inclini a sviluppare la forma grave della malattia come gli anziani, ma mettono ugualmente a rischio tutta la popolazione".

Trump contro tutti nella gestione dell'emergenza

A creare confusione, mentre il contagio si diffonde a macchia d'olio in tutti gli States, ci ha pensato anche il presidente Donald Trump, il quale ha da sempre consigliato ai singoli Stati di far ripartire il prima possibile le attività produttive per il bene dell'economia, dopo aver invitato i suoi cittadini ad iniettarsi disinfettante per prevenire l'infezione da Sars-CoV-2. L'ultima mossa dell'inquilino della Casa Bianca è la richiesta avanzata alla Corte suprema di invalidare l'Obamacare, la legge introdotta dal suo predecessore, Barack Obama, che ha consentito a milioni di americani di usufruire di copertura sanitaria, definita dalla speaker della Camera Nancy Pelosi un "atto di crudeltà" nel bel mezzo della pandemia. "Se il presidente Trump va avanti su questa strada – ha detto Pelosi -, 130 milioni di americani perderanno le protezioni salvavita dell'ACA e 23 milioni perderanno completamente la loro copertura sanitaria. Non vi è alcuna giustificazione legale e nessuna scusa morale per il disastroso piano dell'Amministrazione". Ma per l'amministrazione Usa non c'è nulla che non fosse già stato messo in conto. Larry Kudlow, il principale funzionario economico della Casa Bianca, ha dichiarato durante un'apparizione su Fox Business Network, come riporta il Washington Post, che lo scoppio di nuovi focolai in vari punti del paese è una realtà con i cittadini "dovranno imparare a convivere" e che l'aumento dei casi altro non sia che il risultato del maggior numero che sono stati effettuati nei giorni scorsi.

Non solo. Il presidente ha più volte rilasciato dichiarazioni in evidente contrapposizione alle indicazioni degli esperti della task force che lui stesso ha creato. Qualche esempio? Sulla questione mascherine, solo il 20 giugno Trump ha detto: "Lascio che le persone prendano le proprie decisioni, se vogliono indossarle o meno. Io non lo farò. Non per protesta ma perché non mi sento in pericolo", esprimendo un pensiero opposto rispetto a quello del virologo Anthony Fauci che il 27 maggio aveva precisato: "È importante indossare le mascherine per proteggere se stessi e gli altri"; a lui ha fatto eco il 13 giugno il dottor Jerome Adams: "Solo un promemoria – ha detto -: indossare una copertura per il viso è un piccolo inconveniente che offre grandi vantaggi". Ancora, sulla riapertura delle attività, l'ex tycoon pochi giorni fa ha affermato che "si deve tornare al mondo degli affari. Dobbiamo tornare a vivere le nostre vite", ma Fauci non è d'accordo: "Quando guardo la TV e vedo le foto di persone che si radunano nei bar, penso che è molto rischioso". Se non è confusione questa.

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