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Guerra in Ucraina

Dentro le Azovstal, ultimo baluardo ucraino a Mariupol: “Morti e feriti nei bunker, ma resisteremo”

Nelle acciaierie di Mariupol i combattenti ucraini del controverso battaglione Azov si battono contro i russi e raccontano di diversi civili rimasti intrappolati nei bunker.
A cura di Giacomo Andreoli
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Strutture in gran parte distrutte, civili intrappolati sotto gli edifici crollati e soldati che si battono contro gli assalti russi. A Mariupol, nei pressi delle oramai note acciaierie Azovstal, prosegue la resistenza ucraina contro l'assedio russo.

Svyatoslav Palamar, vice comandante del controverso battaglione nazionalista Azov, ha raccontato alla Bbc che i combattenti filo-Kiev avrebbero respinto diverse ondate di attacchi delle forze armate di Mosca. "Finché siamo qui – ha aggiunto- Mariupol rimane sotto il controllo dell'Ucraina". Intanto il presidente Putin ha annullato un maxi-assalto pianificato nei giorni scorsi proprio alle acciaierie, per non rischiare di perdere troppi uomini nel labirinto di tunnel ed officine. Ha quindi ordinato alle truppe di chiuderne le uscite, così da isolare la resistenza ucraina.

All'inizio di questa settimana un comandante della marina ucraina, presente nelle acciaierie, aveva fatto arrivare un messaggio a Kiev secondo cui i combattenti anti-russi erano in inferiorità numerica e stavano finendo i rifornimenti. Secondo Palamar "tutti gli edifici nel territorio di Azovstal sono praticamente distrutti: sganciano pesanti bombe, bombe anti-bunker che causano enormi distruzioni". Per il membro del battaglio Azov, poi, "ci sono feriti e morti all'interno dei bunker".

A quanto racconta i civili erano posizionati in luoghi separati, lontani dai combattenti. Si trovavano in scantinati contenenti 80-100 persone ciascuno, ma non è chiaro quanti siano in totale, perché alcuni edifici sono stati distrutti e i combattenti non possono raggiungerli a causa dei bombardamenti. Gli ingressi ad alcuni bunker, poi, sono bloccati da pesanti lastre di cemento, impossibili da spostare. "Ci teniamo in contatto – ha spiegato Palamar- con quei civili che possiamo raggiungere. Sappiamo che ci sono bambini piccoli di appena tre mesi".

Il reggimento Azov era originariamente un gruppo di estrema destra che è stato poi incorporato nella Guardia nazionale ucraina. I suoi combattenti, insieme a una brigata formata da guardie di frontiera e agenti di polizia, sono gli ultimi difensori ucraini rimasti a Mariupol.

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