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Guerra in Ucraina

I russi non hanno ancora preso Mariupol, assedio all’acciaieria Azovstal: “Rifugio di donne e bambini”

Continua l’assedio russo all’acciaieria Azovstal, uno degli stabilimenti siderurgici più grande d’Europa adesso trasformato in una vera e propria fortezza da parte delle forze ucraine. Un video diffuso dal battaglione Azov mostra almeno 1000 persone, tra cui donne e bambini, nascondersi nei sotterranei dell’impianto, preso di mira dai bombardamenti.
A cura di Ida Artiaco
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Mentre il presidente ucraino Zelensky ha annunciato che l'offensiva di Putin sul Donbass è ufficialmente cominciata, continuano i combattimenti a Mariupol. La città del Sud dell'Ucraina, affacciata sul Mar d'Azov, è da settimane bersaglio delle forze russe, ma "non è ancora caduta", come ha annunciato nelle scorse ore il primo ministro di Kiev Denys Shmyhal. Il premier ha annunciato in una intervista all'americana ABC  che la scadenza dell'ultimatum della Russia per la resa delle forze ucraine a Mariupol entro domenica "è stata ignorata. Ci sono ancora le nostre forze militari, i nostri soldati, quindi combatteranno fino alla fine". Informazione, questa, confermata anche dal Pentagono.

Il video dei mille civili nascosti nell'acciaieria di Mariupol

A combattere a Mariupol restano in particolare gli uomini del Battaglione Azov, che si trovano al momento in quello che è l'ultimo bastione dei difensori della città assediata e cioè l’acciaieria Azovstal, uno degli stabilimenti siderurgici più grande d’Europa adesso trasformato in una vera e propria fortezza. Un video che mostra donne e bambini ucraini che si rifugiano nel seminterrato dell'impianto è stato pubblicato su Telegram ieri sera dal gruppo, come riferisce la Cnn. Il comandante del reggimento, il tenente colonnello Denys Prokopenko, ha anche detto che le forze russe stavano sparando sull'impianto.

L'acciaieria è una delle ultime aree sotto il controllo ucraino nella città, colpita nelle ultime ore dai bombardamenti martellanti da parte dell’esercito russo. "Usano bombe a caduta libera, razzi, bombe anti-bunker e tutti i tipi di artiglieria, sia terrestre che navale, per attacchi indiscriminati", ha precisato Prokopenko. Intanto, circa 40.000 cittadini nella città sono stati trasferiti con la forza in Russia o nelle regioni dell'Ucraina controllate dai russi, ha aggiunto il sindaco della cittadina. Sempre l'emittente americana ha anche confermato l'autenticità di un secondo video, pubblicato sui canali social di Azov che mostra le forze ucraine mentre tendono un'imboscata a un convoglio militare russo lungo Metallurgists Avenue.

Il comandante dei marines scrive al Papa: "Aiuti a salvare i civili"

Insieme al Battaglione Azov, continuano a combattere a Mariupol anche i marines della 36a brigata. Il maggiore Sergiy Volyna ha scritto una lettera a Papa Francesco affinché intervenga e aiuti la popolazione civile a lasciare la città, ormai allo stremo delle forze. "È giunto il momento in cui solo le preghiere non bastano più. Aiuti a salvare gli abitanti di Mariupol. Dopo il bombardamento del teatro, nessuno crede più a ciò che dicono gli occupanti russi. Porti la verità nel mondo, aiuti a evacuare le persone e salvi le loro vite dalle mani di Satana, che vuole bruciare tutti gli esseri viventi. Non sono cattolico, sono ortodosso. Credo in Dio e so che la luce vince sempre le tenebre. Non ho visto i suoi appelli al mondo e non ho letto tutte le sue ultime dichiarazioni, ho combattuto per più di 50 giorni sotto assedio e ho tempo solo per una feroce battaglia che si svolge in ogni metro della città accerchiata dai nemici. Sono un guerriero. Sono un ufficiale che ha prestato giuramento di fedeltà al suo Paese. E sono pronto a combattere fino alla fine. Nonostante la forza schiacciante del nemico, nonostante le condizioni disumane sul campo di battaglia, il fuoco costante dell'artiglieria e dei razzi, la mancanza di acqua, cibo e medicine".

Cosa potrebbe succedere se Mariupol cade

Le forze ucraine, dunque, continuano a resistere ma cominciano a mancare munizioni, cibo e acqua potabile che rendono la battaglia per loro più difficile. Il destino di Mariupol è fondamentale per le prossime fasi della guerra. Se la città dovesse cadere in mano russa, fornirebbe il controllo di una chiara fascia di territorio che collega i due fronti di Mosca a Sud e a Est, dove si stanno ora concentrando gli sforzi di Putin in vista dell'offensiva finale in Donbass, e consegnerebbe al presidente russo una "vittoria" strategica dopo una prima fase caotica dell'invasione.

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