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Decine di statue dell’Isola di Pasqua distrutte da un incendio doloso: danno irreversibile

Alcune delle celebri statue dell’Isola di Pasqua (Rapa Nui) sono state danneggiate in modo irreparabile da un incendio che, secondo le autorità locali, sarebbe stato appiccato deliberatamente.
A cura di Davide Falcioni
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Alcune delle celebri statue dell'Isola di Pasqua (Rapa Nui) sono state danneggiate in modo irreparabile da un incendio.

A renderlo noto è stato il sottosegretario ai Beni culturali del Cile, Carolina Perez Dattari, spiegando che un numero imprecisato di megaliti non tornerà mai più come prima.

Il rogo, divampato lunedì, ha interessato "quasi 60 ettari", ha twittato Perez Dattari. L'incendio sarebbe stato appiccato deliberatamente e si è sviluppato intorno al vulcano Rano Raraku. L'Isola di Pasqua si trova a 3.500 chilometri dalla costa cilena e la sua economia si basa prevalentemente sul turismo, che ha riaperto i battenti appena tre mesi fa dopo la lunga chiusura causata dalla pandemia di coronavirus. Il sito è stato nuovamente chiuso, mentre un team di esperti sta valutando l'entità dei danni.

Da parte sua, il direttore della comunità Ma'u Henua, Ariki Tepano, responsabile del parco nazionale, ha definito l'incendio "irreparabile e con conseguenze che vanno al di là di ciò che gli occhi possono vedere". I moai, ha scritto Tepano sulle pagine web ufficiali del parco, "sono completamente carbonizzati".

In tutto le gigantesche statue di pietra posizionate sull'Isola di Pasqua sono circa mille, la più grande delle quali pesa 74 tonnellate ed è alta 10 metri. Le figure furono scolpite dagli indigeni Rapa Nui tra gli anni 1400 e 1650 e posizionate a formare un anello attorno all'isola, di fronte all'entroterra.

Note per i loro occhi infossati e le orecchie lunghe, le statue sovente sfoggiano anche impressionanti cappelli di roccia pesanti svariate tonnellate. Secondo gli studiosi i moai rappresentavano divinità spirituali per i Rapa Nui, incarnando lo spirito di un importante antenato. Ognuno era considerato l'incarnazione vivente della persona.

Una delle statue, nota come Hoa Hakananai'a, è ospitata nel British Museum, donata da un capitano di marina britannico alla regina Vittoria negli anni '60 dell'Ottocento.

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