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Cos’è successo a Baltimora e perché il ponte Francis Scott Key è crollato dopo l’urto con una nave

Nella notte tra lunedì 25 e martedì 26 marzo, intorno alle 1.30 ora locale, la nave portacontainer Dali battente bandiera di Singapore ha urtato il Francis Scott Key Bridge di Baltimora facendolo crollare nel fiume Patapsco. In acqua sono cadute diverse auto e al momento si contano sei persone disperse.
A cura di Eleonora Panseri
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Nella notte tra lunedì 25 e martedì 26 marzo, intorno alle 1.30 di notte (ora locale, le 6.30 del mattino in Italia, ndr) la nave portacontainer Dali battente bandiera di Singapore ha urtato il Francis Scott Key Bridge di Baltimora facendolo crollare nel fiume Patapsco.

Il ponte collassato in acqua, faceva parte dell'Interstate 695 ed era lungo 1.6 miglia, l’equivalente di 2.5 chilometri. La nave stava uscendo dalla baia, diretta verso lo Sri Lanka: dopo 27 giorni sarebbe dovuta arriva nella capitale commerciale del Paese, Colombo.

Le immagini dell'incidente diffuse sul web e quelle riprese dalle telecamere di sorveglianza mostrano la nave che prima comincia a perdere potenza e modifica la rotta provando una sorta di deviazione, poi inizia a perdere fumo nero poco prima di colpire uno dei piloni del ponte, causandone il crollo. A quel punto l'imbarcazione ha preso fuoco ed è affondata.

Nelle acque del fiume sono cadute diverse auto e al momento sarebbero sei i dispersi. Il segretario ai Trasporti dello Stato del Maryland, Paul Wiedefeld, ha confermato che sul ponte, al momento del collasso, stavano lavorando otto persone. Secondo quando riportato dall'Associated Press, che cita l'azienda edile per la quale lavoravano, gli uomini sono "probabilmente morti". Due uomini sono stati salvati, uno è stata portata in ospedale ma non sarebbe in pericolo di vita.

La dinamica dell'urto della nave Dali contro il ponte di Baltimora

Secondo le prime ricostruzioni, la nave cargo avrebbe perso il controllo prima di andare a sbattere contro il ponte. Come riporta la Abc, aveva comunicato alle autorità di aver perso propulsione mentre lasciava il porto, aggiungendo che "una collisione col ponte era possibile".

L’equipaggio avrebbe quindi lanciato un mayday e tentato di evitare la collisione gettando in acqua le ancore, senza successo. Il fatto che l’equipaggio sia riuscito a dare l’allarme con qualche minuto di anticipo rispetto all’impatto ha permesso alle autorità locali di vietare l’accesso al ponte, ma l’evacuazione completa dello stesso non è stata invece possibile.

Il crollo del Francis Scott Key Bridge e l'incendio della nave cargo

Subito lo schianto con il Francis Scott Key Bridge e prima di affondare parzialmente, l'imbarcazione ha preso fuoco e ha fatto cadere diversi veicoli nel fiume Patapsco sottostante. Tutto l'equipaggio a bordo della nave è stato rintracciato illeso, ha reso noto la società armatoriale. La causa della collisione e l'esatta dinamica sono ancora al vaglio delle autorità e i proprietari stanno collaborando, secondo una dichiarazione resa al New York Times.

Secondo quanto emerge dal sito web di monitoraggio delle navi Vessel Finder e dall'archivio degli incidenti marittimi Shipwrecklog, riporta il Guardian, la nave portacontainer che nella notte ha urtato il ponte era stata coinvolta già in passato in una collisione nel 2016 ad Anversa, in Belgio. In quell'occasione la prua della nave urtò il lato della banchina mentre lasciava il porto, danneggiando in modo significativo diversi metri dello scafo.

I soccorsi e i rischi nelle acque gelide

Le condizioni del tempo e dell'acqua nelle scorse ore hanno reso e continuano a rendere complesse le ricerche dei dispersi. Le autorità stanno utilizzando tecnologie a infrarossi e sonar, oltre ai droni, per scandagliare il fiume Patapsco.

Sono stati individuati i veicoli che sono precipitati in acqua dopo l'impatto tra il cargo e la struttura portante del ponte. L'area è sorvolata da numerosi elicotteri della polizia e della Guardia costiera che stanno partecipando alle operazioni di soccorso.

Si tratta di una disperata corsa contro il tempo, ostacolata dalle forti correnti e dalla temperatura dell'acqua, che è attualmente intorno ai 3 gradi, col rischio di ipotermia per gli eventuali sopravvissuti.

Le persone, i veicoli coinvolti e le vittime

Come già detto, per ora il bilancio provvisorio parla di sei persone disperse, mentre ne sono state tratte in salvo due, una delle quali ora ricoverata in gravi condizioni. Si tratterebbe degli operai che al momento dell'incidente stavano riparando il manto stradale del ponte.

Ma ci sarebbero anche almeno sette veicoli, incluso un camion caduti per 60 metri nel fiume sottostante. Fortunatamente era l'una e mezza di notte, altrimenti l'incidente si sarebbe trasfromato in un'immane tragedia, visto che ogni giorni vi transitano oltre 30 mila veicoli.

Contrariamente a quanto dichiarato in precedenza dal segretario dei Trasporti del Maryland, che aveva annunciato almeno una vittima, al momento non ci sarebbero morti accertati nel crollo del ponte. Lo hanno riferito i media statunitesi correggendo le loro precedenti notizie.

Quali potrebbero essere state le cause dell'incidente

Per quanto riguarda le cause del crollo, sulla base di quanto mostrano i filmati dell'incidente, David McFarlane, direttore della Maritime Risk and Safety Consultants Ltd, ha dichiarato a Sky News che la causa "più probabile" dell'incidente sia un guasto ai macchinari della nave.

"La prima cosa che mi viene in mente – ha dichiarato l'esperto – è che ci sia stato un guasto improvviso ai motori della nave o una avaria al timone. L'altra ipotesi, ovviamente, è che si sia stato un errore di navigazione".

Anche se l'errore umano sembra possa essere la causa meno probabile visto il numero di persone in servizio (visto che i piloti erano due), ha aggiunto. Per questo – ha concluso – "la causa più probabile è un guasto ai macchinari ma non lo sapremo finché le autorità non saranno intervenute".

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