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Guerra in Ucraina

Cos’è successo davvero a Bucha, il racconto del massacro nella città ucraina

Cosa sappiamo sul massacro di Bucha, in Ucraina, e sulle foto diffuse, e le conseguenze che potrebbe avere sulla guerra della Russia: dalla richiesta di Biden di processare Putin per crimini di guerra alla sospensione di Mosca dal Consiglio Onu per i Diritti Umani.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine di corpo in strada a Bucha.
Immagine di corpo in strada a Bucha.
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Cadaveri di civili giustiziati per terra, fosse comuni, case sventrate, donne rese schiave. Quello che sta succedendo a Bucha, cittadina ucraina a Nord di Kiev, sta tenendo banco su tutta la stampa internazionale e non solo. Il presidente Zelensky ha chiamato "macellai" i soldati russi che hanno provocato quell'orrore e trattato gli abitanti locali "come degli animali", mentre dall'Onu all'Ue si parla di "crimini di guerra" compiuti dall'esercito di Putin, prima che Bucha venisse liberata sabato scorso, anche se dal Cremlino hanno smentito tutto, definendo il massacro "opera della propaganda di Kiev". Ecco, allora, cosa è successo e cosa sappiamo.

Le immagini da Bucha: cadaveri per terra e fosse comuni

Bucha, a circa una trentina di chilometri a Nord di Kiev, è stata liberata dalle forze ucraine così come la maggior parte della Regione sabato scorso. Ma prima di abbandonare il campo, le truppe russe si sarebbero rese protagoniste di un vero e proprio massacro, come confermano le numerose immagini condivise sui social network che mostrano decine di cadaveri giustiziati per strada, fosse comuni con all'interno circa 300 corpi seppelliti, secondo la cifra indicata dal sindaco della cittadina, e anche donne fatte schiave e bambini usati come scudi umani, stando alle testimonianze raccolte dai cronisti.

Immagine da Bucha, diffusa dalle autorità ucraine.
Immagine da Bucha, diffusa dalle autorità ucraine.

Massacro di Bucha, il sindaco: "Orrori da Seconda guerra mondiale"

Risalgono proprio a sabato scorso le immagini di almeno 20 corpi, su un’unica strada, la Yabluska: erano tutti civili, completamente disarmati, che sono stati giustiziati, come ha confermato su Twitter il consigliere del presidente Zelensky, Podolyak. "I corpi di persone con le mani legate, che sono state uccise a colpi di arma da fuoco da soldati russi, giacciono per le strade. Queste persone non erano nell'esercito. Non avevano armi. Non rappresentavano una minaccia. Quanti altri casi simili stanno accadendo in questo momento nei territori occupati? Chiediamo solo una cosa: dateci le armi in modo da poter proteggere i civili. Tutto il resto lo faremo noi stessi", aveva scritto su Twitter. Anche la società di immagini satellitari Maxar ha pubblicato gli scatti di una fossa comune accanto a una chiesa di Bucha.

Almeno tre giorni prima della ritirata, il sindaco Anatolii Fedoruk, in una intervista all'Adnkronos aveva già parlato di orrori da Seconda guerra mondiale: "Stupri, fosse comuni, cadaveri senza sepoltura in pasto ai cani. Una città distrutta. Purtroppo Bucha, come anche le confinanti Hostomel e una parte di Irpin sono occupate, ma nella zona continuano a lavorare le forze armate ucraine, la difesa territoriale e i volontari. Ci sono forti combattimenti e quindi noi crediamo nella liberazione".

Per la Russia l'orrore di Bucha è una fake news

Mentre a Kiev parlano di una "nuova Srebrenica" e accusano Mosca di atrocità e crimini di guerra, la Russia ha però negato ogni responsabilità per il massacro di Bucha e anzi, secondo il ministero della Difesa russo citato dalla Tass, le foto e i video diffusi sarebbero solo "un’altra provocazione" da parte dell'Ucraina in quanto tutte le unità della Russia avrebbero lasciato la località mercoledì scorso, e quindi quelle diffuse sono solo "fake news".

Le conseguenze dei crimini di guerra a Bucha

Immagine di cadaveri a Bucha, diffusa dalle autorità ucraine.
Immagine di cadaveri a Bucha, diffusa dalle autorità ucraine.

Unanime condanna per quanto successo a Bucha è arrivata dalla comunità internazionale. Il premier ucraino Zelensky, in visita proprio a Bucha, ha anticipato che i "crimini di guerra" compiuti dai russi saranno oggetto del dibattito del Consiglio di sicurezza dell'Onu martedì. Il presidente Usa Joe Biden ha definito quello che è successo nella cittadina a Nord di Kiev "scandaloso", chiedendo che Putin venga processato per crimini di guerra e annunciando l'arrivo di nuove sanzioni.

Anche per Human Rights Watch ci sono "prove di crimini di guerra commessi a Bucha". Il gruppo per i diritti umani ha affermato di aver intervistato una donna che ha visto le truppe russe radunare cinque uomini e sparare a uno di loro alla nuca, uccidendolo. "Abbiamo documentato un evidente caso di esecuzione sommaria da parte delle forze armate della Federazione Russa a Bucha il 4 marzo scorso", ha affermato una portavoce.

Il Pentagono non è al momento in grado di confermare in modo indipendente le notizie ucraine sulle atrocità commesse dalle forze russe contro i civili nella città di Bucha, ma non ha nemmeno motivo di contestarle. Lo ha riferito un alto funzionario citato dalla Reuters. "Non abbiamo alcun motivo per confutare le affermazioni ucraine su queste atrocità, che sono chiaramente e profondamente preoccupanti". Sempre gli Stati Uniti hanno fatto sapere che chiederanno la sospensione della Russia dal Consiglio Onu per i Diritti Umani. "Le immagini di Bucha e la devastazione dell’Ucraina in generale richiedono di far coincidere le nostre parole con le nostre azioni", ha scritto su Twitter l’ambasciatore Usa presso le Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield.

Omurbekov Asanbekovich e gli altri responsabili del massacro di Bucha

Alcuni attivisti di InformNapalm avrebbero individuato i reparti delle forze armate russe impegnati nelle zone nei dintorni di Kiev in queste settimane e che sarebbero i responsabili della strage a Bucha. Tra di loro, la 64esima brigata di artiglieria motorizzata di Mosca. Si tratta di una unità di combattenti siberiani arrivata in Ucraina dal villaggio di Knyaze-Volkonskoye, nel territorio di Chabarovsk. Al loro comando Omur Bekov Azatbek Asanbekovich, tenente colonnello dell'esercito russo di cui gli attivisti hanno ottenuto anche foto e dati personali.

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