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Covid 19

Il giallo del presidente cinese Xi Jinping: “Sapeva dell’emergenza Coronavirus dal 7 gennaio”

Il giallo del presidente cinese Xi Jinping, che sapeva dell’emergenza Coronavirus Covid-19 dal 7 gennaio, ben 13 giorni prima del suo primo intervento ufficiale per contenere l’epidemia. La rivista ufficiale del partito comunista cinese ha infatti riportato le parole del leader del Dragone sugli ordini sulla prevenzione che avrebbe dato sin dall’inizio del mese scorso. Ma perché l’allarme non è stato dato prima?
A cura di Ida Artiaco
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Xi Jinping (Immagine da Twitter - Global Times).
Xi Jinping (Immagine da Twitter – Global Times).
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Il presidente cinese Xi Jinping sapeva dell'emergenza Coronavirus Covid-19 già dall'inizio del mese di gennaio, precisamente dal 7. Ma è giallo su cosa è successo nei 13 giorni successivi, prima cioè del suo intervento ufficiale, che è avvenuto il 20 gennaio, quando una sua direttiva sollecitò i comitati del Partito comunista e i governi di ogni livello "ad adottare misure adeguate per frenare la diffusione dell'epidemia". È quanto è emerso da un discorso del leader del Dragone del 3 febbraio, pubblicato sull'ultimo numero di Qiushi, la più importante rivista del Partito comunista cinese, per placare le polemiche degli ultimi giorni scoppiate soprattutto sui social network rispetto alla gestione della crisi dovuta all'epidemia del nuovo virus.

Il presidente dice nel corso della sua dichiarazione di "aver dato di continuo istruzioni verbali e scritte" da inizio gennaio e di aver personalmente ordinato la quarantena di circa 60 milioni di persone con la chiusura della provincia dell'Hubei. "Dal primo giorno del Capodanno lunare a oggi, la prevenzione e il controllo della situazione epidemica è stata la questione di cui sono stato più preoccupato", rivendica Xi, nel testo pubblicato dalla ‘bibbia' del Pcc. Tuttavia, se da un lato la diffusione del discorso è un apparente tentativo di dimostrare che la leadership del Partito comunista ha agito in modo deciso sin dall'inizio dell'emergenza, dall'altro apre anche alle critiche sul perché l'allarme non sia stato dato prima.

Senza contare il fatto che, nonostante l'ordine di Xi, le autorità di Wuhan non avrebbero intrapreso un'azione decisa per contenere il virus, confermando per il 18 gennaio il banchetto di massa con 40mila famiglie, nel tentativo di raggiungere il Guinness dei primati. Infatti, il primo diretto coinvolgimento del leader del Dragone è legato a una dichiarazione del 20 gennaio sui trasporti di Wuhan. Sempre il 20 gennaio la Cina ha ammesso la gravità dello scoppio del Coronavirus: era già epidemia, con 4 morti e oltre 200 contagiati, ma la Commissione sanitaria nazionale assicurava ancora che "era prevenibile e contenibile". Poi, dopo il 23 gennaio è iniziato il lockdown. E mentre ci si interroga sul motivo di questo ritardo, i morti in Cina sono arrivati a quota 1.665 e i contagiati a 70mila.

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