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Cipro sotto choc, il serial killer Nikos Metaxas confessa: “Ho ucciso cinque donne e due bambini”

Cipro sotto choc dopo il ritrovamento di un’altra delle vittime di Nikos Metaxas, il militare 35enne autore di almeno 7 omicidi. Il primo serial killer della storia dell’isola ha confessato di aver ucciso cinque collaboratrici domestiche straniere e due bambine di 6 e 8 anni. Il caso ha portato alle dimissioni del ministro della giustizia e del capo della polizia, accusati di non avere indagato a fondo la sparizione delle donne proprio perché straniere.
A cura di Mirko Bellis
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Nikos Metaxas, il capitano dell’esercito autore di almeno 7 omicidi (Gettyimages)
Nikos Metaxas, il capitano dell’esercito autore di almeno 7 omicidi (Gettyimages)

L’isola di Cipro è sotto choc dopo la scoperta di un’altra delle vittime di Nikos Metaxas, il capitano dell’esercito 35enne autore di almeno 7 omicidi. Domenica pomeriggio gli inquirenti hanno recuperato in un lago artificiale a sud-ovest di Nicosia una valigia contenente i resti di un corpo umano. E’ il secondo cadavere ritrovato in una settimana nelle acque rosse del lago di Mitsero a poche decine di chilometri dalla capitale cipriota. Nikos Metaxas, il primo serial killer nella storia dell’isola del Mediterraneo, ha ammesso di aver ucciso sette donne: cinque collaboratrici domestiche straniere e due bambine di 6 e 8 anni, figlie di due delle donne. Ma le vittime potrebbero essere molte di più.

Il lago artificiale di Mitsero dove il serial killer ha confessato di aver gettato i corpi di tre delle sue vittime (Gettyimages)
Il lago artificiale di Mitsero dove il serial killer ha confessato di aver gettato i corpi di tre delle sue vittime (Gettyimages)

Secondo quanto è emerso dalla confessione di Metaxas, il militare adescava le donne attraverso un popolare sito di incontri e, dopo averle uccise senza pietà, ne gettava i cadaveri in pozzi o nel lago artificiale di Mitsero dove sorge una miniera abbandonata di pirite di rame. In quest’ultimo luogo, l’omicida ha detto di essersi sbarazzato di tre delle sue vittime: Livia Florentina Bunea, una collaboratrice domestica rumena, della figlia di 8 anni Elena Natalia, scomparse il 30 settembre 2016, e di Maricar Valdez Arquila, un donna filippina di 30 anni di cui si sono perse le tracce a dicembre 2017. Il portavoce della polizia, Andreas Angelides, ha detto che il corpo recuperato due giorni fa si trova in uno "stato avanzato di decomposizione" e che al momento “non è identificabile”. Solo l’esame autoptico potrà stabilire a chi appartiene, tuttavia, secondo i media ciprioti il cadavere sarebbe di un bambino e potrebbe trattarsi proprio di Elena Natalia.

Livia Florentina Bunea a sinistra e la figlia Elena Natalia, di 8 anni, uccise da Nikos Metaxas
Livia Florentina Bunea a sinistra e la figlia Elena Natalia, di 8 anni, uccise da Nikos Metaxas

Il caso che ha sconvolto Cipro inizia il 14 aprile scorso quando alcuni turisti scoprono il corpo di Maria Rosa Tiburcio, una filippina di 31 anni. Solo un caso ha portato al ritrovamento della giovane donna: le piogge torrenziali di quei giorni, infatti, avevano fatto riemergere il cadavere da un pozzo in disuso vicino al lago artificiale di Mitsero. Da qui sono partite le indagini e, proprio dai messaggi scritti da Tiburcio sul sito di incontri, la polizia è arrivata a Metaxas. Gli inquirenti hanno scoperto che i due si erano frequentati per 6 mesi, prima della scomparsa della donna e di sua figlia di 6 anni, avvenuta nel maggio 2018. Il 18 aprile, l'ufficiale dell'esercito è stato arrestato e due giorni dopo un secondo corpo, quello della 28enne filippina Arian Palanas Lozano, è stato trovato nello stesso punto in cui giaceva Tiburcio. Mentre il 25 aprile, un'altra delle vittime di Metaxas – probabilmente quello della nepalese Ashita Khadka Bista – è stato scoperto in un poligono di tiro militare a circa 15 km di distanza. Una lunga scia di morte iniziata tre anni fa e che per il momento sono state identificate cinque delle sette donne uccise dal serial killer. I corpi di Maricar Valdez Arquila e di Sierra, la figlia di sei anni di Maria Rosa Tiburcio, devono ancora essere ritrovati.

Tutte le vittime di Metaxas erano giovani immigrate che a Cipro lavoravano come collaboratrici domestiche. La loro morte ha portato alla luce anche le condizioni di sfruttamento di migliaia di donne, provenienti per lo più da Filippine, Vietnam, Sri Lanka, India e Nepal, costrette a lavorare per poche centinaia di euro anche 12-14 ore al giorno, senza alcun diritto. “La pressione cui sono sottoposte a causa del ricatto sul rinnovo del permesso di soggiorno o sul mancato pagamento del salario è inimmaginabile”, ha dichiarato alla Bbc Doro Polykarpou, direttore di Kisa, Ong che si occupa di diritti dei migranti a Cipro.

Manifestazione davanti il palazzo presidenziale a Nicosia dopo l'uccisione delle sette donne straniere (Gettyimages)
Manifestazione davanti il palazzo presidenziale a Nicosia dopo l'uccisione delle sette donne straniere (Gettyimages)

I brutali omicidi hanno scatenato anche le polemiche sull'operato della polizia cipriota, accusata di non aver indagato a fondo le sparizioni delle donne proprio perché straniere. A Limisso, domenica c’è stata una manifestazione contro il razzismo e per ricordare le “vittime della nostra indifferenza”, secondo quanto hanno rimarcato gli organizzatori della protesta. Il caso del serial killer ha portato alle dimissione del ministro della Giustizia Ionas Nicolau. Dopo di lui, a cadere è stato il capo della polizia, Zacharias Crisisostomu, licenziato venerdì scorso dal capo dello Stato. Intanto a Cipro continuano le ricerche delle altre vittime di Mataxas. L’assassino è comparso domenica davanti ai giudici del tribunale di Nicosia i quali hanno rinnovato il suo arresto per altri otto giorni. L’ufficiale dell’esercito, infine, è sospettato di aver violentato anche una donna filippina di 19 anni all'inizio del 2017 e di aver filmato lo stupro con il suo cellulare.

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