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Chi è il “foratore seriale”: ha bucato le gomme di 6mila auto “per protestare contro la società”

Gilles Sarrailh, 45 anni, ha forato le gomme di seimila automobili a Bordeaux per “protestare contro la società”: per questo i giudici l’hanno condannato a 18 mesi, 12 dei quali dovrà scontarli in carcere.
A cura di D. F.
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La sua non era che una bizzarra protesta contro la società: una protesta che gli ha causato una condanna a 18 mesi, 12 dei quali in carcere e 6 in libertà vigilata, per aver forato le gomme di seimila automobili in una serie di azioni che gli sono valse il soprannome di "foratore seriale". Protagonista Gilles Sarrailh, 45 anni di Bordeaux, che stando a quanto ricostruito dalla polizia in un'inchiesta si è accanito contro gli pneumatici di migliaia di vetture mosso da un’incontenibile rabbia nei confronti la società: un danno stimato in 348 mila euro, che per l’accusa sarebbe però molto più cospicuo, “milioni di euro a danno della società alla luce degli oltre due anni e mezzo di indagini e le attività di sorveglianza e controllo per cui sono stati impiegati 15 poliziotti”.

Il foratore seriale – disoccupato, con un passato di molestie in famiglia e in cura per episodi di epilessia –  era solito mettersi all'opera la tra le 2 e le 5 del mattino, studiando accuratamente le zone della città nelle quali colpire così da evitare accuratamente le telecamere di sorveglianza per non essere identificato, appuntando con scrupolo su un taccuino zone di “caccia” e itinerari da seguire per non essere sorpreso. Una pianificazione talmente puntuale, secondo l’accusa, da consentirgli di colpire dalle 30 alle 70 volte a notte, concentrandosi soprattutto sulle due ruote lato marciapiede perché più nascoste e sfruttando un punteruolo per lasciarle sgonfiare lentamente.

Dal canto suo, Sarrailh ha tentato di motivare le sue gesta così: “Sono stato obbligato a fare cavolate per attirare l’attenzione e farmi ascoltare, visto che le parole non sono state mai sufficienti. Lo Stato in tutti gli anni in cui sono stato abusato e maltrattato non ha mai fatto niente, le persone non capiscono, e così dei mostri restano in libertà”. Una giustificazione curiosa, che tuttavia il giudice non ha trovato sufficiente per un’assoluzione.

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