265 CONDIVISIONI
Attentati dei suprematisti bianchi in N.Zelanda

Che cosa significano le scritte apparse sulle armi dei terroristi in Nuova Zelanda

Cosa significano le scritte apparse sulle armi usate dai killer delle stragi nelle moschee in Nuova Zelanda? Da Luca Traini ad Alexandre Bissonnette, da Novak Vujosevic a Sebastiano Venier, sono tutti riferimenti a eventi storici e protagonisti, del passato e del presente, di attentati contro immigrati e musulmani.
A cura di Ida Artiaco
265 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Le immagini dell'attentato alle due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda, che ha già fatto 49 vittime accertate e almeno una ventina di feriti, stanno facendo il giro del mondo. In particolare, ciò che colpisce è l'immagine che uno dei killer, che si chiama Brenton Tarrant ed è un australiano di 28 anni, ha condiviso sul suo profilo Twitter, ora sospeso, prima dell'attacco, in cui sono immortalate le armi usate per compiere la strage con alcune scritte bianche. Non è facile decifrarle tutte, ma leggendo attentamente si può notare come ci siano riferimenti a eventi storici e protagonisti, del passato e del presente, di attentati contro immigrati e musulmani, tra cui anche l'italiano Luca Traini. L'attentatore ha anche rivendicato gli attacchi lasciando un manifesto anti-immigrati di 74 pagine, in cui ha spiegato chi è e il motivo delle sue azioni, definendole un attacco terroristico. Ma cosa significano precisamente quelle scritte apparse sui caricatori?

Far Rotherham

La prima scritta che appare sul caricatore usato per le stragi in Nuova Zelanda si riferiscono ad uno scandalo scoppiato nel 2014 a Rotherham, nell'Inghilterra del Nord, dove vennero abusati circa 1400 bambini tra il 1997 e il 2013. Non solo. Come è stato rivelato successivamente, in un rapporto pubblicato dal Comune del centro urbano, i minori venivano sottoposti a vere e proprie torture, cosparsi di benzina e costretti, dietro la minaccia di un fiammifero, a rapporti sessuali, ma anche a percosse, rapimenti di una notte, costretti a situazioni degradanti. Molti di coloro che finirono in manette erano cittadini di origine pakistana immigrati da anni nel Regno Unito.

Alexandre Bissonnette

Si prosegue con il nome di Alexandre Bissonnette, l'allora 27enne attentatore che diede avvio all'attacco in Canada a una moschea a Quebec City il 30 gennaio 2017, causando la morte di sei persone. Bissonnette, studente franco-canadese, è stato condannato a 40 anni di carcere. Molti lo avevano descritto come una persona con opinioni politiche molto a destra e grande ammiratore del presidente americano Donald Trump e di Marine Le Pen del Fronte Nazionale francese.

Luca Traini

La prima triade di scritte apparse sulle armi del killer in Nuova Zelanda è dedicata a Luca Traini, una vecchia conoscenza della cronaca italiana. L'uomo, 29 anni di Tolentino, si rese protagonista di un sanguinoso attacco a Macerata a colpi di pistola contro stranieri presi di mira a caso in strada nel febbraio del 2018. Era anche tra i candidati della Lega Nord alle amministrative di Corridonia, in provincia di Macerata, meno di un anno prima del fatto, che è avvenuto poco dopo l'assassinio di Pamela Mastropietro. Nell'ottobre dello stesso anno è stato condannato a dodici anni di reclusione con l'aggravante dell'odio razziale e porto abusivo d'arma.

Vienna 1683

Il riferimento è alla battaglia di Vienna, avvenuta l'11 e il 12 settembre del 1683 che concluse l'assedio dell'esercito turco alla capitale austriaca durato due mesi. Nello scontro la coalizione delle forze cristiane, di cui facevano parte polacchi, austriaci, bavaresi e sassoni,  sconfisse l'impero ottomano.

Marcantonio Bragadin

Altro nome di italiano presente tra le scritte apparse sulle armi del killer in Nuova Zelanda. Nato a Venezia nel 1523, Bragadin è stato un politico e militare, cittadino della Repubblica di Venezia. Fu rettore della città-fortezza di Famagosta, durante l'assedio degli ottomani. Dopo un anno però gli ottomani fecero breccia nella fortezza e lui venne mutilato e torturato. Gli fu promessa la libertà se si fosse convertito all’Islam, ma rifiutò e venne scorticato vivo il 17 agosto 1571.

Sebastiano Venier

Nella parte bassa dell'immagine, compare la scritta su Sebastiano Venier. Fu il doge della Repubblica di Venezia che sconfisse i turchi durante la battaglia di Lepanto del 1571. Lo scontro interruppe l'avanzata dell'impero ottomano in Europa.

Shipka Pass 1877-78

Il nome si riferisce a uno scontro avvenuto in Bulgaria tra l'impero russo e quello ottomano nel 1877 durante la guerra russo-turca. Il passo Shipka è, infatti, un passo di montagna nella catena dei Monti Balcani, che collega la provincia di Gabrovo a nord e quella di Stara Zagora a sud.

Novak Vujosevic

L'ultima scritta si riferisce a Novak Vujosevic, uno dei protagonisti della battaglia di Fundina che avvenne nel 1876 a Kuci, in Montenegro, combattuta sempre tra l'esercito cristiano montenegrino e quello ottomano.

265 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views