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California, la lunga battaglia per i diritti degli omosessuali

Nello stato americano le unioni tra persone dello stesso sesso sono state consentite per pochi mesi nel 2008, prima di essere dichiarate illegali con un referendum. La corte d’appello di San Francisco ha abolito il divieto, giudicandolo incostituzionale ma adesso bisognerà aspettare l’ultima parola, quella della Corte Suprema.
A cura di Nadia Vitali
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Nello stato americano le unioni tra persone dello stesso sesso sono state consentite per pochi mesi nel 2008, prima di essere dichiarate illegali con un referendum. La corte d appello di San Francisco ha abolito il divieto, giudicandolo incostituzionale ma adesso, però, bisognerà aspettare l ultima parola, quella della Corte Suprema.

A pensarci è strano che una storia del genere provenga proprio dallo stesso Stato in cui si trova San Francisco, da decenni ormai simbolo e roccaforte delle istanze più liberali degli Stati Uniti; eppure, quando si parla di unioni civili tra omosessuali, si sa, sono in tanti a ritrarsi indignati, a voler puntualizzare, sottolineare, categorizzare. Persino in California, dove i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono stati messi fuori legge nel novembre del 2008, per pochi mesi precedentemente erano stati consentiti, con un referendum noto come Proposition 8 (passato con il 52% dei voti) che ha inserito nella Costituzione dello Stato americano il concetto che il vincolo nuziale esiste solo tra un uomo ed una donna, vietando i matrimoni gay.

UN DIVIETO INCOSTITUZIONALE – Già nel 2010 un giudice federale di San Francisco rovesciò il risultato referendario ma i più fervidi oppositori delle unioni gay hanno proseguito dritti per la propria strada, presentando l'appello di fronte alla Corte di San Francisco: che pochi giorni fa si è pronunciata infliggendo loro la seconda sconfitta. Il divieto, infatti, è stato giudicato «incostituzionale» perché, discriminando gli omosessuali, viola il quattordicesimo emendamento della Carta degli Stati Uniti che garantisce per i diritti e la protezione legale di ciascun cittadino sul territorio: una sentenza che, comprensibilmente, è stata accolta con entusiasmo, non soltanto da gay e lesbiche, poiché va nella direzione di una maggiore tutela della dignità di tutti i cittadini americani.

La proposizione 8 non ha altro motivo, ed altro effetto, se non quello di ridurre lo status e la dignità umana dei gay e delle lesbiche in California. (Corte d'Appello di San Francisco)

IN ATTESA CHE DECIDA LA CORTE SUPREMA – Anche se, per il momento, non cambia nulla sul piano pratico. La Corte d'Appello ha, infatti, stabilito che, fino a quando non saranno scaduti i termini per presentare un nuovo appello ad una corte più ampia, i matrimoni tra persone dello stesso sesso continueranno a non essere celebrati: in attesa dunque di una sentenza che arriverà, molto probabilmente, dalla stessa Corte Suprema a cui potrebbero rivolgersi i sostenitori della Proposition 8 e che deciderà, questa volta, su scala nazionale. In ogni caso, emettendo un verdetto che potrebbe avere profonde ripercussioni sulla società e sull'intero paese dove, attualmente, il diritto a convolare a giuste nozze anche per gli omosessuali è riconosciuto in sette stati e oggetto di valutazione in altri tre, dei quali l'ultimo in ordine di tempo è lo Stato di Washington.

UNA BATTAGLIA CHE VA AVANTI DA DECENNI – Non sarà un caso se proprio dalla California, anzi da San Francisco, è nata una questione che, probabilmente, si concluderà solo con una sentenza dal valore nazionale: l'incantevole cittadina dove si sono scritte pagine importantissime della storia del dopoguerra, già a partire dalla seconda metà degli anni '60 divenne la meta di molti omosessuali attirati dalla possibilità di vivere in un posto in cui una certa dose di atteggiamenti liberali, frutto di una serie di circostanze, garantivano una minore discriminazione per gay e lesbiche. Tra loro, certamente, uno dei maggiormente noti fu Harvey Milk che giunse sulla baia nel 1972 diventando rapidamente un militante e leader nei movimenti di liberazione omosessuale: nel 1977 venne eletto consigliere comunale, divenendo il primo uomo politico dichiaratamente gay a ricoprire un ruolo all'interno delle istituzioni americane. Indispensabile il suo contributo per il rigetto di una Proposition che autorizzava il licenziamento immediato degli insegnanti sulla base dell'orientamento sessuale; in pochi mesi di lavoro, pose le basi sulle quali qualche volenteroso paese sta costruendo un futuro basato sul rispetto e sulla democrazia. Poi venne assassinato assieme al sindaco di San Francisco, George Moscone, da un collega che aveva rassegnato le dimissioni pochi giorni prima per manifestare il proprio dissenso contro l'approvazione di una legge per il riconoscimento dei diritti dei gay, testimoniando, suo malgrado, come la strada da percorrere in questa direzione sia ancora estremamente lunga.

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