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Australia, migrante di 4 anni gravemente malata separata dalla famiglia e spedita a 2.600 km

Tharnicaa Murugappan, una bimba di 4 anni di etnia tamil, lunedì scorso è stata ricoverata all’ospedale di Perth (Australia): la piccola viveva insieme alla famiglia sull’Isola di Natale, a 2.600 chilometri, dove era stata deportata dopo il diniego della concessione dello status di rifugiati. Solo una grande mobilitazione popolare ha permesso il ricongiungimento familiare.
A cura di Davide Falcioni
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I sostenitori del "modello australiano" nella gestione delle politiche migratorie farebbero bene a leggere l'incredibile storia di cui sono state protagoniste una bambina e la sua famiglia, una vicenda che rappresenta un concentrato di inutili crudeltà e cinismo del tutto insensato nei confronti di persone la cui unica "colpa" è quella di essere straniere. Tharnicaa Murugappan, una bimba di 4 anni di etnia tamil, lunedì scorso è stata ricoverata all'ospedale di Perth (Australia) insieme a sua madre Priya. La piccola da dieci giorni soffriva di febbre alta, vomito e dissenteria e sull'isola di Natale – dove insieme alla sua famiglia era stata deportata ed da anni era detenuta per la sola "colpa" di essere straniera – non era possibile assicurarle cure mediche adeguate. Dopo il ricovero a Perth, infatti, i dottori le hanno diagnosticato un'infezione del sangue causata da una polmonite non trattata correttamente.

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Mentre la bambina era in ospedale, fortunatamente accudita dalla mamma, il padre e la sorellina più grandi sono stati costretti a rimanere in un centro di detenzione sull'Isola di Natale, a 2.600 chilometri da Perth, una distanza quasi doppia rispetto a quella che separa Roma da Parigi. L'uomo e la bambina, continuamente controllati dalle forze di polizia, hanno inviato un messaggio di auguri di buon compleanno a Tharnicaa che nel giro di poche ore è diventato virale ed è stato rilanciato da migliaia di persone.

Ne è nata una mobilitazione dapprima virtuale, poi reale, per chiedere al governo australiano un atto di clemenza ragionevolezza: consentire al padre e alla sorellina di Tharnicaa di raggiungere Perth. Centinaia di persone domenica pomeriggio si sono date appuntamento davanti al Perth Children’s Hospital chiedendo di "riportare a casa", cioè in Australia, l'intera famiglia concedendo a tutti i membri lo status di rifugiato. La protesta ha avuto una grande eco ed ha convinto il governo a concedere un visto temporaneo al padre e alla sorellina di Tharnicaa Murugappan, che ieri hanno potuto raggiungere Perth. La famiglia vivrà in un alloggio messo a disposizione dal governo ma in molti chiedono che la loro permanenza in Australia possa diventare permanente. La famiglia Murugappan, infatti, ha vissuto per anni nella città di Bilolea prima che, nel 2018, la richiesta di asilo è stata rigettata dal governo, che li ha imbarcati su un aereo e spedito su una minuscola isola sull'Oceano Indiano, a migliaia di chilometri dalla costa australiana, per la sola "colpa" di essere stranieri.

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