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Attentati Parigi, Abdeslam: “Niente di personale, abbiamo inferto alla Francia il nostro dolore”

Salah Abdeslam, principale accusato nel processo in corso a Parigi per gli attentati del 13 novembre 2015, durante l’udienza di oggi: “Quando Hollande prese la decisione di attaccare lo Stato islamico sapeva che la sua decisione comportava dei rischi. Sapeva che prendendo quella decisione, dei francesi sarebbero morti”.
A cura di Susanna Picone
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"Abbiamo attaccato la Francia, preso di mira la popolazione, dei civili, ma non c'era niente di personale”: queste, in breve, le parole pronunciate in apertura dell’udienza di oggi da Salah Abdeslam, principale accusato nel processo per gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi e unico attentatore sopravvissuto. "So che le mie frasi possono scioccare – ha quindi aggiunto Abdeslam – soprattutto delle anime sensibili. Ma il mio scopo non è rigirare il coltello nella piaga. Il minimo che si possa dire alle vittime è la verità". Al processo, al via la settimana scorsa e che durerà 9 mesi, sono presenti 14 imputati, fra cui il franco-marocchino da 5 anni detenuto in un carcere di massima sicurezza.

"Aerei francesi non fanno distinzione fra uomini, donne e bambini" – Gli attentati del 2015 erano una risposta "ai bombardamenti francesi sullo Stato islamico”. E ancora, l’imputato ha parlato del presidente Hollande che “quando prese la decisione di attaccare lo Stato islamico sapeva che comportava dei rischi”, e che dei francesi sarebbero morti. "Gli aerei francesi che bombardano lo Stato islamico non fanno distinzione fra uomini, donne e bambini", così il terrorista durante l’udienza, che ha voluto far "subire alla Francia lo stesso dolore che noi subiamo". "Il nostro è un Islam autentico. Hollande ha detto che noi abbiamo combattuto la Francia a causa dei suoi valori, ma è una menzogna", ha detto ancora.

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Il processo per gli attentati di Parigi – Il terrorista si era già definito “combattente dello Stato islamico” davanti ai magistrati al processo. Nella precedente udienza Abdeslam aveva parlato prima che il presidente del tribunale lo interrogasse per chiedergli, come da prassi, la sua identità. "Ci tengo, innanzitutto – aveva detto – a testimoniare che Allah è l'unico dio e che Maometto è il suo messaggero". Abdeslam aveva anche dichiarato che "gli imputati sono trattati come dei cani". Gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi causarono la morte di 130 persone e centinaia di feriti tra lo Stade de France, i locali del centro della capitale e il Bataclan.

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