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Attentati a Pasqua in Sri Lanka, esplosioni in chiese e hotel: almeno 180 morti e 400 feriti

È di almeno 180 morti e più di 400 feriti il bilancio provvisorio degli attentati avvenuti in Sri Lanka: otto esplosioni hanno colpito tre chiese e tre hotel in varie zone del Paese. Gli hotel colpiti dalle esplosioni, tutti nella capitale del Paese Colombo, sono: The Shangri La, Cinnamon Grand e Kingsbury.
A cura di Stefano Rizzuti
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Almeno 180 persone sono state uccise e più di 400 sono rimaste ferire a causa di una serie di esplosioni in Sri Lanka. Le esplosioni hanno riguardato tre chiese e tre hotel. Sulla base di quanto spiegano alcune fonti ospedaliere, ci sarebbero centinaia di feriti ricoverati e soccorsi in queste ore. Due esplosioni si sono verificate nella chiesa di Sant’Antonio di Colombo e nella chiesa di San Sebastiano a Negombo, città che si trova a nord della capitale dello Sri Lanka. Nel caso della prima chiesa, i feriti in seguito all’esplosione sarebbero più di cento e sono stati ricoverati nell’ospedale nazionale di Colombo. Gli hotel colpiti, secondo quanto riporta la Bbc, sono: The Shangri La, Cinnamon Grand e Kingsbury. Tutti quanti a Colombo. Nel corso della mattinata italiana si sono verificata altre due esplosioni, per un totale di otto, di cui una che ha ucciso tre poliziotti. Il governo ha disposto il coprifuoco per 12 ore.

Tra le vittime ci sono sicuramente degli stranieri: secondo quanto riferisce la polizia si sa per certo che sono almeno 35. Una delle vittime è morta nel Cinnamon Grand Hotel di Colombo, che si trova nelle vicinanze della residenza ufficiale del primo ministro, come spiega all’Afp un funzionario secondo cui l’esplosione sarebbe avvenuta nella zona del ristorante. Tra le chiese colpite una di Negombo e una a Batticaloa, a est del Paese: secondo un funzionario qui i feriti potrebbero essere addirittura 300. Tra le vittime, almeno 45 persone sarebbero state uccise a Colombo, mentre ben 67 sarebbero morte nella chiesa di Negombo, secondo quanto riporta un funzionario.

Il ministro dello Sri Lanka per le Riforme economiche, Harsha de Silva, ha visitato alcuni dei luoghi attaccati con le esplosioni simultanee e ha allertato la popolazione chiedendo di non lasciare i propri appartamenti: “Per favore restate in casa. Ci sono molte vittime, inclusi stranieri. Scene orribili, ho visto arti amputati sparsi dappertutto, le squadre di emergenza sono state inviate in tutti i luoghi. Abbiamo portato molte vittime in ospedale, speriamo di aver salvato molte vite”.

Lo scorso 11 aprile il capo della polizia, Pujuth Jayasundara, aveva diramato un allarme dell'intelligence sostenendo che alcuni kamikaze stavano progettando di colpire alcune "importanti chiese": "Un'agenzia di intelligence straniera ha riferito che l'NTJ (National Thowheeth Jamaath) sta pianificando di compiere attacchi suicidi contro chiese di spicco come pure l'alta commissione indiana a Colombo". Il riferimento è all'NTJ, un gruppo radicale musulmano che opera in Sri Lanka.

Il governo dello Sri Lanka ha dichiarato lo stato d’emergenza e ha convocato un Consiglio dei ministri straordinario. Mentre è al lavoro anche l’unità di crisi della Farnesina per verificare se negli attentati nel Paese siano rimasti coinvolti anche italiani. Il primo ministro dello Sri Lanka, Ranil Wickremesinghe, ha condannato gli attentati: “Condanno fermamente gli attacchi vigliacchi contro la nostra gente. Invito tutti i cittadini in questo tragico momento a rimanere uniti e forti. Il governo sta prendendo provvedimenti immediati per contenere questa situazione”. Il ministro della Difesa ha invece fatto sapere che i responsabili degli attentati sono stati individuati: "Crediamo che tutti i responsabili coinvolti in questo terribile fatto di terrorismo saranno portati in custodia quanto prima, sono stati identificati".

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