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Assalto a Saint Denis, la versione ufficiale è falsa. Il cane Diesel ucciso da fuoco amico

Un’inchiesta di Le Monde e Mediapart mette a nudo le bugie della polizia francese sul violento scontro a fuoco avvenuto all’alba del 18 novembre nella periferia a nord di Parigi, cinque giorni dopo gli attentati.
A cura di Giorgio Scura
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Il poliziotto Diesel morto nell'assalto di Saint Denis.
Il poliziotto Diesel morto nell'assalto di Saint Denis.

Non è andata come le fonti ufficiali, e quindi i media internazionali, ci hanno raccontato. Secondo alcuni giornalisti francesi de Le Monde e Mediapart, che citano rapporti di polizia, la ricostruzione della drammatica irruzione delle forze speciali francesi in un appartamento di Saint Denis, periferia nord di Parigi, dove erano asserragliati alcuni sospettati degli attentati del 13 novembre scorso, è falsa.

Nel mirino ci sono le dichiarazioni di Jean-Michel Fauverguel, il capo del Raid, le teste di cuoio:

«Lo scambio di colpi d’arma da fuoco è durato per circa mezz’ora, tre quarti d’ora, centinaia di colpi sono sparati da una parte e dall’altra. I terroristi hanno anche lanciato delle granate. Successivamente abbiamo deciso d’inviare un cane poliziotto. Sfortunatamente, Diesel è stata uccisa a colpi di Brenneke (munizioni per i fucili a pompa, ndr). Dopo altri scambi di colpi, un’esplosione, una donna che si è fatta saltare dentro l’appartamento. I terroristi hanno sparato moltissime munizioni, avevano molti caricatori, delle granate, dei gilet esplosivi, minimo due o tre kalashnikov» (da Valigia Blu).

Una ricostruzione che ora dopo ora vacilla, e poi crolla. Poco dopo si scopre che non c'è stata alcuna donna che si è fatta esplodere e che nell'appartamento non c'erano nè kalashnikov, nè fucili a pompa, ma solo una pistola Browning calibro 9, alcune cartucce e due gilet esplosivi, secondo quanto dichiarato dalla Procura.

«Nessuno dei tre terroristi è stato ferito da una sola delle 1500 pallottole sparate dai poliziotti – scrive Mediapart – . L’autopsia sui tre corpi di Chakib Akrouh, Abdelhamid Abaaoud e Hasna Aït Boulahcen, trovati nell’appartamento, rivela che i primi due sono morti in seguito all’esplosione di uno dei gilet kamikaze, mentre la giovane donna per asfissia. Come si spiegano i colpi di kalashnikov evocati dal capo del Raid?».

E anche la morte del cane Diesel non è stata raccontata in maniera veritiera. Caduto sotto i colpi di fucile a pompa dello stesso tipo di quello in dotazione alle forze speciali, quindi ucciso da fuoco amico, e non dai terroristi visto che nell'appartamento non sono state trovate armi di quel tipo.

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