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Aereo Etiopia, la moglie dell’assessore Tusa: “Avevo un presentimento. È stata una beffa”

Valeria Patrizia Li Vigni, moglie dell’assessore siciliano e archeologo di fama mondiale Sebastiano Susa, morto nel disastro aereo in Etiopia: “È partito triste. Ma aveva un senso profondo del dovere, dell’archeologia come messaggio di pace, cemento fra i popoli e le loro storie. Avevo uno strano presentimento”.
A cura di Ida Artiaco
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Tusa con la moglie Valeria Patrizia Li Vigni (Facebook).
Tusa con la moglie Valeria Patrizia Li Vigni (Facebook).

"Avevo un presentimento cupo. Anche se gli amici incontrati a messa dicevano di non preoccuparmi perché le cattive notizie arrivano subito. Ed è arrivata, distruggendo la mia vita". Con queste parole Valeria Patrizia Li Vigni, moglie dell'assessore siciliano, e archeologo di fama mondiale, Sebastiano Tusa, tra le 8 vittime italiane del disastro aereo in Etiopia, ha commentato l'incidente nel quale è rimasto coinvolto il marito. Al Corriere della Sera la donna, molto famosa in Sicilia per essere la  direttrice del Museo di arte contemporanea di Palazzo Riso a Palermo, ha espresso tutto il suo dolore, ricordando gli attimi immediatamente precedenti la tragedia. "Appena atterro ti chiamo e ti sveglio, mi aveva detto sabato sera, da Fiumicino, sull’aereo in partenza per Addis Abeba. E invece la domenica è cominciata muta, senza nemmeno un messaggio".

Tusa, per altro, come racconta la moglie, non avrebbe voluto partire, diversamente dalle altre volte. "È partito triste. Ma aveva un senso profondo del dovere, dell’archeologia come messaggio di pace, cemento fra i popoli e le loro storie". Poi, verso l'ora di pranzo di ieri, domenica 10 marzo, è arrivata la conferma del disastro da parte della Farnesina che ha dissipato ogni dubbio. "Era la conferma definitiva di una paura che adesso mi pare maturasse da tempo dentro di me". Il motivo è presto detto: "Ero a Bologna pochi giorni fa con mio marito, al Mambo, il Museo d’arte moderna. Siamo entrati in contatto con i responsabili della mostra per la strage di Ustica, l’aereo Itavia precipitato nel 1980. Una rassegna toccante. E io ho detto che l’avrei portata a Palazzo Riso. Fra me e Sebastiano si rinnovò la pena, pensando agli amici perduti".

Un dolore incredibile, che è arrivato in un momento in cui la coppia stava uscendo da un altro momento difficile. "È finito tutto così, con una beffa del destino, dopo la felicità di avere superato una malattia e due operazioni ai polmoni. Ora dobbiamo subito proseguire e completare il libro sulla battaglia delle Egadi. In parte perduto per un clic sbagliato. Il suo cruccio. Aveva promesso a se stesso di rifugiarsi nella sua adorata campagna di Libertinia, sulla strada per Catania, e ricostruire tutto". Intanto a Palazzo Belmonte Riso le bandiere sono state posizionate a mezz'asta in segno di lutto per la tragica scomparsa dell'assessore Tusa.

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