A Gaza regge la tregua, ma negoziati al Cairo senza progressi

A Gaza regge la tregua di 72 ore ma al secondo dei tre giorni di cessate il fuoco profonde distanze restano tra le posizioni di Israele e quelle di Hamas nelle trattative indirette in corso al Cairo. Lo ha fatto sapere una fonte israeliana – che è stata citata da Haaretz – secondo cui finora non ci sono stati progressi nel negoziato. E intanto il governo israeliano ha annullato la riunione del Gabinetto di sicurezza convocato a Gerusalemme oggi pomeriggio dal premier Benyamin Netanyahu che avrebbe dovuto discutere dei negoziati con le fazioni palestinesi. Lo stallo non ha comunque rotto le trattative: a quanto riferisce la radio israeliana, la delegazione del governo di Netanyahu tornerà oggi al Cairo per proseguire nel negoziato indiretto con le fazioni palestinesi, ma vuole altre 72 ore di cessate il fuoco per poter giungere ad un accordo. L’attuale tregua in corso scade mercoledì alle 24. La delegazione palestinese impegnata nei negoziati indiretti al Cairo con gli israeliani per arrivare a un cessate il fuoco permanente non vuole cedere – a ribadirlo una fonte della delegazione palestinese al giornale panarabo al-Quds al-Arabi – rispetto alle richieste avanzate durante il primo round di colloqui nella capitale egiziana.
Regge la tregua a Gaza: palestinesi tornano in strada
Intanto, anche se a Gaza per il momento non sono state riportate violazioni di nessun tipo da nessuno dei due fronti, sale ancora il bilancio delle vittime della guerra. Con la morte di una neonata di un mese rimasta ferita nei giorni scorsi durante i bombardamenti israeliani il totale delle vittime palestinesi sale a 1940. Grazie alla tregua umanitaria in molti nella Striscia di Gaza sono usciti dai loro rifugi per andare in cerca di cibo, acqua e medicinali. Tanti anche quelli che stanno approfittando del momentaneo cessate il fuoco per raggiungere le loro abitazioni nelle zona più colpite e cercare di recuperare qualcosa tra le macerie. Gli operai del governo di Gaza sono tornati per le strade e hanno cominciato a riparare le linee elettriche e le altre infrastrutture essenziali distrutte nell’attacco.