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Emergenza Rifiuti: le 2 mila tonnellate di spazzatura per le strade e gli sprechi della SapNa

Napoli e la sua Provincia continuano ad affondare sotto tonnellate di spazzatura. L’emergenza rifiuti non è mai finita e oggi riprendere a toccare punte spaventose. 2.000 tonnellate di immondizia nella città di Napoli e più del doppio tra le strade della provincia.
A cura di Alessio Viscardi
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emergenza rifiuti 2011

Napoli e la sua Provincia continuano ad affondare sotto tonnellate di spazzatura. L'emergenza rifiuti non è mai finita e oggi riprendere a toccare punte spaventose. 2.000 tonnellate di immondizia nella città di Napoli e più del doppio tra le strade della provincia, particolarmente critica la situazione della periferia orientale e quella nord. Stanotte, la raccolta bloccata ha fatto riempire anche il salotto buono della città di sacchetti neri: Vomero, Arenella, Chiaia – teatro di una rivolta cittadina nei giorni scorsi. Mentre il Governo, la Regione Campania e la Provincia di Napoli cercano sei nuovi siti su cui aprire sei discariche e siti di trasferenza per tamponare l'emergenza, dopo la puntata di Presa Diretta andata in onda domenica scorsa su Rai3 scoppia la polemica sulle spese folli della SapNa: la società provinciale napoletana che è subentrata ai consorzi di bacino per la gestione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani a Napoli. 2 milioni e 400 mila euro i costi di gestione del primo anno di attività della società, durante il quale non soltanto non è mai entrata in funzione, ma è stata a guardare mentre le strade si riempivano di immondizia e scoppiavano rivolte da Terzigno a Taverna del Re. Sprecati oltre 200 mila euro di consulenze esterne, a presiederla fino a poche settimane fa Corrado Catenacci, ex-commissario straordinario arrestato e tenuto agli arresti domiciliari la settimana scorsa nell'ambito dell'inchiesta sul percolato scaricato a mare.

La SapNa nell'anno 2010 non ha svolto nessuna attività concreta, nonostante la legge prevedesse che la gestione del ciclo dei rifiuti dovesse essere tolta dalle competenze dei singoli comuni e della Regione Campania. Tommaso Sodano, assessore provinciale della Federazione della sinistra ed ex-presidente della Commissione Ambiente del Senato, chiede le dimissioni dei vertici, i cui stipendi pesano su gran parte dei costi della società. L'amministratore unico Corrado Catenacci ha guadagnato nel 2010 oltre 67 mila euro, mentre il direttore generale (e nuovo Ad dopo l'arresto di Catenacci) Umberto Vecchione ha totalizzato più di 61 mila euro. Cifre astronomiche quelle guadagnate da Giovanni Perillo, direttore tecnico, che intasca 71.604 euro all'anno.

Tommaso Sodano rivela al quotidiano Terra il cortocircuito costituito dalla SapNa, vera colpevole dell'emergenza rifiuti 2010:

“La Sapna è una società pubblica che avrebbe dovuto agire per risolvere l’emergenza redigendo il piano industriale, il piano d’ambito, supportare la raccolta differenziata e tutto quanto necessario per uscire dalla crisi rifiuti. Ma la gestione degli impianti è arrivata sotto la sua competenza solo nel 2011. Intanto, però, la società è stata capace di spendere 2.418.072,19 euro per il costo totale del lavoro nel 2010, quando di fatto le sue competenze erano pressoché zero. Molte di queste, infatti, sono rimaste in capo ai Comuni”.

Solo a dicembre, cioè appena un mese prima della data in cui avrebbe dovuto subentrare nella gestione della raccolta rifiuti salvo poi chiedere una proroga alla Regione per mancanza di fondi, SapNa ha assunto del personale per mettere in funzione gli Stir di Giugliano e Tufino. Prima i dipendenti erano soltanto 30, a Natale divennero 204. Le spese sono impennate, gonfiate soprattutto dalle consulenze esterne, nonostante la possibilità di attingere a risorse interne a costo zero. Sodano snocciola le cifre dello spreco: “Per la consulenza contabile e fiscale sono stati spesi 59.369,78 euro, per quella legale-amministrativa 32.708,00, addirittura c’è anche una consulenza per gli stipendi: 23.071,88”.

Costi folli se si tiene conto che con la spesa di appena un milione di euro si sarebbe rimodernato l'intero comparto degli Stir, che oggi sono sistemi che tritano e imballano immondizia, per creare dei siti di compostaggio dell'umido e la stabilizzazione della frazione organica.

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