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Elezioni Usa: l’America volta le spalle a Obama, ai repubblicani anche il Senato

I repubblicani riescono a strappare sette seggi ai democratici nelle elezioni di Midterm e ora controllano entrambi i rami del Congresso Usa.
A cura di Antonio Palma
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Gli Stati Uniti voltano le spalle al loro Presidente Barack Obama e al suo partito democratico consegnando il Congresso completamente nelle mani dei repubblicani. È questo infatti il risultato delle elezioni di Midterm negli Usa che hanno rappresentato una delle più grande sconfitte di Obama da quando è arrivato alla Casa Bianca. La destra in effetti ha stravinto alla Camera come previsto ma soprattutto è riuscita a strappare al partito di Obama anche il Senato controllando ora completamente il Congresso. I repubblicani partivano in inferiorità sul numero dei seggi al Senato, 45 senatori su 100, anche se dai sondaggi apparivano avanti. In effetti le elezioni sono andate oltre le più rosee aspettative per loro e i repubblicani sono riusciti a strappare uno dopo l'altro  7 collegi ai democratici raggiungendo e superando la maggioranza assoluta di 51 seggi necessari in Senato. Il primo Stato a "cadere" è stato il West Virginia, poi è toccato a Colorado, Arkansas, South Dakota, Montana, North Carolina e Iowa.

I repubblicani esultano

Dopo i risultati delle elezioni di Midterm, il leader dei democratici in Senato, Harry Reid, si è congratulato con numero uno dei repubblicani, Mitch McConnell, eletto nel Kentucky. "Gli elettori hanno inviato un messaggio chiaro con le elezioni di medio termine: democratici e repubblicani devono lavorare insieme" ha dichiarato infatti a caldo Reid. "È il momento di iniziare a incassare i risultati" ha commentato invece euforico lo speaker della camera, il repubblicano John Boehner. Dopo il successo del suo partito alle elezioni, Boehner ha ricordato infatti che il nuovo Senato controllato dai repubblicani voterà a breve "molto misure di buon senso per il lavoro e l'energia che sono state approvate dalla Camera negli ultimi anni". Tra i nuovi nomi al Congresso Usa spiccano quello della 30enne repubblicana Elise Stefanik, eletta per rappresentare lo stato di New York infatti è la donna più giovane eletta al Congresso americano.

Le difficoltà per Obama

Da gennaio 2015, quando si insedieranno ufficialmente i parlamentari eletti in questa tornata elettorale, Obama quindi dovrà fare i conti con un Congresso a lui completamente ostile. Una prospettiva per niente facile  visto che Obama ha già dovuto convivere con una Camera ostile conquistata dai repubblicani quattro anni fa e che gli ha boicottato molte riforme messe in cantiere. Il Senato infatti ha anche il potere di confermare o bocciare le più importanti nomine del presidente come membri dell’esecutivo e giudici. Una pratica spesso usata per cambiare gli equilibri di potere negli Usa.

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