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Prestiti e mutui, accordo tra banche per alzare i tassi d’interesse: la denuncia di Unimpresa

Unimpresa lancia l’allarme: da un’indagine del centro studi dell’associazione emergerebbe un accordo “di fatto” tra le maggiori banche italiane per tenere alti i tassi d’interesse di prestiti e mutui. Il tutto a discapito dei cittadini e delle imprese. Il punto centrale, per Unimpresa, sono le soglie d’usura troppo alte, che permettono alle banche di accordarsi tra loro e gonfiare i tassi d’interesse “alle stelle”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Un accordo tra le banche italiane, una sorta di "cartello" sui tassi d'interesse dei prestiti e dei mutui. L'obiettivo? Allinearsi il più in alto possibile, spesso a ridosso delle soglie d'usura. È questa la teoria portata avanti dal centro studi di Unimpresa: che gli istituti di credito italiani siano d'accordo per cercare di guadagnare il più possibile. A farne le spese sarebbero chiaramente cittadini e imprese, soprattutto in un momento storico in cui la crisi economica comincia a farsi sentire seriamente (e siamo solo all'inizio). "Il cartello ‘di fatto' sui tassi, creato nel sistema bancario italiano, non giova al consumatore finale e sembra ignorare del tutto le regole del gioco europeo dei tassi", commenta il vicepresidente di Unimpresa, Salvo Politino.

I tassi d'interesse vengono spinti alle stelle. È questa l'accusa dell'associazione delle imprese, che si basa su una ricerca realizzata incrociando dati del ministero dell’Economia, della Banca d’Italia e i fogli informativi di sei grandi gruppi creditizi del Paese. In questa storia giocano un ruolo fondamentale se soglie d'usura, stabilite dal Tesoro, che non si possono superare quando si concede un prestito: secondo Unimpresa, da un lato si prevengono gli abusi, dall'altro, però, spingono al rialzo tutti i costi del credito.

I valori della soglia d'usura sono differenti a seconda della tipologia di credito: per i mutui a tasso fisso è il 6,26%; per i mutui a tasso variabile è il 6,91%; per le aperture di credito è il 17,1%; per il credito personale è il 15,86%; per la cessione del quinto è il 17,92%; per il credito revolving è il 23,92%. I valori medi dei tassi adottati dalle banche, spesso si avvicinano molto a queste soglie, spiega l'associazione: 1,81% per i mutui a tasso fisso, 2,33% per quelli a tasso variabile; 10,52% per le aperture di credito e 9,49% per il credito personale. E ancora 11,14% per la cessione del quinto e 15,94% per il credito revolving. In tutto ciò i valori delle sei banche considerate nello studio sono abbastanza allineati.

Il punto centrale, per il vicepresidente di Unimpresa, è uno: "La soglia dell’usura, fissata trimestralmente dalle autorità, risulta tutt’oggi ancora elevata in un contesto di tassi prossimi allo zero o addirittura negativo e risulta poco appropriata". Abbassarla sarebbe la soluzione, per evitare di lasciare troppa libertà agli istituti di credito: "La scelta di reagire alle oscillazioni del livello generale degli interessi viene lasciata, infatti, in capo a chi presta denaro, ovvero alle banche".

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