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Occupazione e Pil, secondo Bankitalia il paese è in graduale ripresa

Occupazione in crescita, stime del Pil riviste in positivo, fiducia dei consumatori e degli investitori in aumento, ma aziende piccole e medie – ammettono da Via Nazionale – “prospettano una maggiore prudenza” rispetto a quelle grandi.
A cura di Danilo Massa
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Il periodo di generale incertezza causato dalla situazione greca e dall'iniziale paura per l'ipotesi Grexit interesserà forse l'economia italiana nei prossimi rapporti di Bankitalia, ma quello pubblicato venerdì 17 e riferito a maggio descrive il nostro paese "in graduale ripresa". Precisamente da Via Nazionale si parla di un "progressivo rafforzamento della crescita", con quasi tutti gli indicatori che sembrano confermare tale interpretazione. La situazione è positiva al punto tale che Bankitalia vede al rialzo le stime sul Pil 2015 ipotizzate nel mese di aprile. Se allora erano dello 0,5%, adesso sono dello 0,7%, mentre per il 2016 è possibile immaginare un +1,5%. Una crescita che, spiega il bollettino, è ipotizzabile anche in virtù alla "dinamica degli investimenti, che comunque alla fine del 2016 rimarrebbero ancora, in rapporto al Pil, inferiori alla media storica". Inoltre il secondo trimestre conferma i ritmi di crescita del primo, avvalorando, sembra, un cauto ottimismo.

Gli investimenti stanno aumentando, mostrando segnali positivi dopo una flessione quasi ininterrotta iniziata nel 2008. La fiducia di famiglie ed imprese è in crescita (+0,9%), il che, secondo la ricostruzione di Palazzo Koch, stimola la domanda interna che al momento sta trainando il paese sulla salita della ripresa. Anche l'occupazione "nel bimestre aprile-maggio […] è tornata a crescere. Il tasso di disoccupazione si è stabilizzato". Secondo tali dati e registrando la previsione delle aziende in Italia – "cresce la percentuale di imprese che prevede un'espansione dell'occupazione" – nel 2016 il tasso di disoccupazione dovrebbe assestarsi sull'11,9% contro il 12,6% del 2014 (-1,5%). Effetti benefici giungerebbero anche dall'ultima legge di stabilità che, riducendo il cuneo fiscale, sosterrebbe una crescita occupazionale dello 0,2%.

Per quanto riguarda le imprese, quelle più grandi "prospettano una decisa espansione dell'accumulazione nel corso dell'anno", mentre quelle medie e piccole impronteranno la propria politica verso "una maggiore prudenza". In ogni caso, avverte La Banca d'Italia, bisogna proseguire con decisione sulla strada delle riforme, "necessarie a risollevare il potenziale di sviluppo dell’Italia", oltre che a tener su l'elemento psicologico che porta le aziende ad investire e le famiglie a consumare: "un aumento dell’incertezza – osserva la società bancaria – potrebbe frenare la crescita degli investimenti e contrastare la ripresa dei consumi, condizioni per un ritorno alla crescita".

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