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“Mancano i soldi per Imu e Iva”, l’ammissione del Ministro Saccomanni

Il ministro dell’Economia in aula al Senato: per cancellare l’Imu sulla prima casa e bloccare l’aumento dell’Iva servirebbero 8 miliardi di euro, ”interventi di tipo compensativo di estrema severità che al momento attuale non sono rinvenibili” specifica.
A cura di Biagio Chiariello
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Per cancellare l'Imu sulla prima casa e bloccare l'aumento dell'Iva sarebbero necessari 8 miliardi di euro. In tal senso, servono "interventi di tipo compensativo di estrema severità che al momento attuale non sono rinvenibili". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, intervenendo in aula al Senato. La riforma sulla tassa sulla casa, se possibile, sarà completata prima della fine di agosto. Almeno il ministro dice che è questa è la "speranza" e afferma: "Se sarà possibile, vorremmo completare la revisione prima della fine agosto, in modo da poter dare il massimo della chiarezza". Ad ogni modo, Saccomanni ha aggiunto che l'esecutivo è consapevole del fatto che le misure prese sull'Imu "si possono considerare come un anestetico momentaneo". Allo stesso tempo però ha voluto sottolineare che è "n corso l'intervento di ridisegno".

Questi i numeri resi noti dal ministro Saccomanni:

Al 14 marzo 2013 il totale dell'introito dell'Imu è di 23,791 miliardi, di cui 20,329 per l'aliquota base pianificata dagli uffici del ministero sulla base dei dati disponibili. Per effetto delle manovre comunali, si è avuto un ulteriore gettito di 3,462 miliardi. Sul fatto che il gettito è stato superiore al previsto è assolutamente vero ed è stato il cardine della manovra che ci ha permesso di uscire dalla procedura d'infrazione. L'extra è confluito nelle entrate generali dello Stato e ha consentito di assorbire anche i contraccolpi dell'accelerazione della contrazione economica.

Saccomanni ha comunque provato a rassicurare: “Il governo è al lavoro su tutti i temi che fanno parte dell’impegno programmatico del governo: pressione fiscale sui consumi e su proprietà immobiliare. È in corso una quantificazione globale delle esigenze di finanziamento per rispondere a questi obiettivi”. Una battuta anche sull'importo dei debiti della pubblica amministrazione, nei confronti delle imprese: "dovrebbe essere di 20-30 miliardi" oltre naturalmente ai 40 miliardi che saranno pagati con il decreto legge approvato dal parlamento.

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