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Il caso Postbank e perché Deutsche Bank è indagata da un tribunale italiano

La Deutsche Bank di Francoforte sul Meno risulta indagata dalla procura di Trani per manipolazione del mercato. Secondo l’accusa avrebbe venduto titoli di Stato nel 2011 per un ammontare di 7 miliardi di euro. Ma le cose non stanno esattamente così.
A cura di Valerio Barbato
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@Thomas Lohnes/Getty images)

La banca tedesca Deutsche Bank è indagata per manipolazione di mercato dalla procura di Trani assieme all'ex management del gruppo. L'indagine, secondo l'accusa, è relativa alla vendita dei titoli di Stato italiani per un ammontare di 7 miliardi avvenuta nel primo semestre del 2011. Cinque gli indagati: l'ex presidente di Deutsche Bank Josef Ackermann, gli ex co-amministratori delegati Anshuman JainJurgen Fitschen (quest'ultimo è attualmente co-AD uscente della Banca), l'ex capo dell'ufficio rischi Hugo Banziger, e Stefan Krause, ex direttore finanziario ed ex membro del board di Db.

Cosa avrebbe fatto Deutsche Bank

A fine 2010 la banca di Francoforte sul Meno possedeva titoli di Stato italiani per una somma pari a 8 miliardi di euro. Nel sei mesi che vanno dal 31 dicembre al 30 giugno il valore netto dei titoli che la banca tedesca deteneva, passò da 8 miliardi a meno di 1 miliardo, riducendosi di 7 miliardi (-87,5%). In quel periodo l'Italia subì una forte ondata speculativa da parte del mercato che portò alla fine del governo Berlusconi e all'insediamento del governo Monti.

Cosa in realtà è successo

Questo dato non è del tutto veritiero. Infatti, Deutsche Bank nel 2010 acquisì Postbank, banca al dettaglio tedesca, che contribuì al portafoglio titoli detenuto dall'istituto di Francoforte. L'ammontare dei titoli passati da Deutsche Bank a Postbank può essere stimato nel bilancio del 2010 intorno ai 4,5 miliardi. Il valore dei titoli in capo al colosso tedesco, per sottrazione, passò quindi da 8 miliardi a 3,5 miliardi. A questo dato va aggiunta la svalutazione che colpì in quel periodo i prezzi dei titoli italiani: il valore degli stessi, infatti, si ridusse nei sei mesi in questione di quasi il 6%. Secondo questi calcoli, Deutsche Bank, che a Giugno 2011 arrivò a detenere poco meno di 1 miliardo di titoli, non operò vendite per 7 miliardi ma per 2,3 miliardi, considerata la svalutazione del 6% e considerati i 4,5 miliardi passati a Postbank.

Perché secondo l'accusa avrebbe manipolato il mercato

Manipolare il mercato significa condurre azioni con il fine di alterare il valore degli strumenti finanziari. Secondo l'accusa, Deutsche Bank, nel periodo in questione avrebbe tranquillizzato il mercato comunicando agli investitori che il debito sovrano italiano fosse stato sostenibile, ossia che lo Stato italiano sarebbe riuscito a ripagare il debito e i relativi interessi accumulati nei confronti dei creditori. Al contempo, però, l'ex management del colosso bancario tedesco, decideva di vendere i titoli italiani in suo possesso per scrollarsi di dosso il rischio di un eventuale default in capo all'Italia. La vendita massiccia avveniva senza che l'istituto comunicasse le sue intenzioni nè al Mercato nè al Ministero dell'Economia e della Finanza. Al contrario, nello stesso periodo la banca acquistava Credit Default Swap, ossia assicurazioni sul rischio di fallimento di uno Stato, per un valore di 1,4 miliardi di euro.

Cosa è successo al mercato

Secondo la procura di Trani, la vendita incontrollata di titoli di Stato italiani per più di sette miliardi di euro tra gennaio e giugno 2011, ha alterato il valore di mercato contribuendo a far salire i tassi di interesse sui titoli e rendendo quindi meno sostenibile la restituzione del debito da parte dell'Italia ai suoi creditori. I tassi, in quel periodo, passarono da poco più del 4% a quasi il 6%. Inoltre la stessa vendita è stata condotta, secondo il Pm Michele Ruggiero, violando la normativa in vigore.

Perché a condurre le indagini è la procura di Trani

Il pm Michele Ruggiero della procura di Trani è lo stesso che chiese avviò un'indagine sulle agenzie di rating più importanti sempre con l'accusa di manipolazione del mercato. Ruggiero ritiene di essere competente ad indagare in base all'articolo 10 del Codice di procedura penale. Secondo questa norma, in caso di reato commesso interamente all'estero da soggetti stranieri residenti all'estero, la competenza spetta al pm che per primo ha iscritto la notizia di reato.

"Deutsche Bank sta collaborando con le Autorità in questa inchiesta. Nel 2011 la Banca aveva risposto a una richiesta fatta da Consob in relazione a questa vicenda e aveva fornito le informazioni e i documenti relativi".

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