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Cartelle esattoriali: spalmate in almeno 2 anni, nuova rottamazione e saldo e stralcio

Il quinto decreto Ristori cercherà di risolvere anche la questione fiscale, con le decine di milioni di cartelle esattoriali che attendono di essere recapitate agli italiani. Il Governo pensa di spalmarle in due anni o addirittura 36 mesi, e nel frattempo organizzare una nuova pace fiscale: rottamazione quater e saldo e stralcio.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'attesa intorno al quinto decreto Ristori cresce sempre di più. Mentre Matteo Renzi ha aperto una crisi di Governo ed è partita la caccia ai responsabili in Senato per permettere alla maggioranza di continuare ad esistere, un nuovo decreto che dia linfa vitale a lavoratori e attività è essenziale. Ma non solo. Il nuovo decreto Ristori sarà strutturato in due parti: una di intervento sulle categorie danneggiate e una invece che riguarderà la questione fiscale. Nei giorni scorsi il Governo ha rimandato ulteriormente l'arrivo delle cartelle esattoriali, ma serve una regolamentazione rapida della questione, perché sono 54 milioni gli atti sospesi durante la pandemia. Lo scostamento di bilancio da 32 miliardi per finanziare il nuovo dl Ristori sarà votato dopo che Conte avrà parlato alle Camere, probabilmente lo stesso 20 gennaio.

Per quanto riguarda la gestione delle cartelle esattoriali, il programma del Governo è allungare i tempi: almeno 2 anni, se non 36 mesi, per inviare tutti gli atti rimasti in sospeso e nel frattempo organizzare un piano di pacificazione fiscale. Si torna a parlare di rottamazione – sarebbe la quater – che valga per tutti i debiti accumulati entro il 2019, con pagamento rateizzato senza interessi. Per le cartelle esattoriali del 2020 ci dovrebbe essere invece un saldo e stralcio, con un abbattimento importante degli arretrati, per ridare linfa vitale a chi è stato messo in ginocchio dal Covid-19.

Gli interventi mirati a ristorare le categorie più colpite dalla pandemia di Covid-19, contenuti nel prossimo decreto, avranno in cima nella lista 5/6 miliardi di euro per l'industria sciistica, con l'inclusione di tutta la filiera. Dal ministero dell'Economia si pensa di abbandonare la classificazione dei codici Ateco e andare a intervenire direttamente sulla differenza di fatturato, non su base mensile perché penalizzerebbe gli stagionali. In arrivo anche ristori per autonomi e Partite Iva che hanno perso introiti importanti, anche se non costretti a chiusura.

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