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E i 200 milioni per l’Università finiscono alle scuole private

Dalla bozza che circola in queste ore sembrerebbe spuntare una norma che assegna 200 milioni di euro alle scuole non statali: la stessa entità dei tagli al fondo per l’Università. Il Governo per ora smentisce.
A cura di Redazione
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Tra le indiscrezioni che circolano in queste ore sulla bozza del decreto per la spending review, ve ne è una in particolare che sta facendo discutere. Si tratta della riduzione di 200 milioni della dotazione per i fondi destinati all'Università e alla ricerca e del contemporaneo stanziamento di 200 milioni per le scuole non statali. Un provvedimento, rilanciato dagli organi di stampa, che certamente solleverà un vortice di polemiche, anche in considerazione delle precarie "condizioni economiche" in cui già versa il mondo accademico dopo la riforma Gelmini. Già nella tarda serata di ieri era stato il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli ad alzare la voce:

Mentre da un lato il governo parla del taglio del 10% dei dipendenti della p.a., ossia di 350 mila lavoratori pubblici e annuncia tagli alla sanità, alla scuola e al trasporto pubblico dall'altro sceglie di finanziare le scuole private

In effetti si tratterebbe di un provvedimento estremamente discutibile, che non rende giustizia ad un settore, quello dell'istruzione pubblica, che già negli ultimi anni ha dovuto subire tagli e ridimensionamenti. Ma soprattutto si tratterebbe di un chiaro segnale sul "modello di Paese" che il Governo dei tecnici ha in mente, un Paese che non premia le qualità e la competenza, ma che garantisce ancora una volta corsie preferenziali e svilisce ulteriormente il ruolo del "pubblico". Per ora siamo alle indiscrezioni e ci auguriamo davvero che il Governo intenda chiarire al più presto la sua posizione sulla questione, visto che lo scarno comunicato della mattinata lascia più di un dubbio:

In merito alle notizie di stampa relative ai contenuti del decreto sulla spending review pubblicate nel corso della giornata il Governo chiarisce che ogni contenuto diffuso è da considerarsi privo di fondamento. Il Governo precisa che il provvedimento è ancora in corso di stesura, in virtù degli incontri intercorsi in data odierna con le parti sociali e gli enti locali e alla luce del confronto con i Ministeri interessati.

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