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Dottoressa fa sesso in ospedale col paziente malato di tumore: “Altrimenti non ti curo”

La 37enne Theepa Sundaralingam non potrà più esercitare la professione di medico. La donna lavorava come oncologa all’ospedale di Toronto. La “sua vittima” ha ammesso di essere “fisicamente emaciato ed emotivamente esposto e ciò che ha aggravato questo bilancio è stato il rifiuto della dottoressa a continuare a fornire assistenza medica”.
A cura di B. C.
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Una dottoressa ha perso la licenza medica per aver intrapreso una relazione sessuale con un malato di cancro con cui “ha fatto sesso nel suo letto d'ospedale” durante il trattamento, arrivando poi anche a ricattare in qualche modo il paziente. Secondo le ricostruzioni, Theepa Sundaralingam, 37 anni, la coppia avrebbe cominciato a seguire a vicenda su Instagram, per poi scambiarsi i numeri di telefono “24 ore dopo la terribile diagnosi”. L’oncologo, di Toronto, in Canada, e il hanno poi iniziato a messaggiare, tanto che per un certo periodo la coppia si è frequentata. e cose si dunque sono fatte più serie, fino ad arrivare all'amplesso avvenuto direttamente nel letto dell’ospedale dove l’uomo era ricoverato, come riporta il Daily Mail.

La Sundaralingam ha tenuto in curo l'uomo tra il gennaio e il luglio del 2015. Ma ad un certo punto la storia è venuta a galla: la direzione sanitaria locale e l'Autorità Giudiziaria canadese non l’hanno presa. La donna infatti è stata radiata dall'albo professionale e poi costretta a pagare una risarcimento nei confronti dell'uomo, essendo stata riconosciuta come “manipolatrice di un paziente in stato di bisogno”. Il paziente ha detto di essersi sentito in colpa: “Se avessi detto che avevo fatto sesso con il mio oncologo mi avrebbero detto che ero un latin lover”, ha raccontato in tribunale. “Ma non sono quel tipo di persona e mi sono sentito in colpa, a disagio ed emotivamente maltrattato” ha aggiunto. “Ero fisicamente emaciato ed emotivamente esposto e la fine di una relazione mi ha sconfitto. Ciò che ha aggravato questo bilancio è stato il suo rifiuto di continuare a fornire assistenza medica” dice ancora l’uomo. Il medico avrebbe detto che avrebbe lasciato il suo caso se non fosse stato possibile andare oltre, condizionando la scelta di un paziente in condizione di “fragilità emotiva”.

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