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Doping, caso Schwazer-Kostner: mentire per amore è reato?

La pattinatrice, ex fidanzata del marciatore squalificato per doping, dovrà rispondere di copertura e favoreggiamento davanti alla procura federale. E il mondo dello sport si spacca sul suo comportamento.
A cura di Alessio Pediglieri
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"Tolleranza zero con chi si dopa, spero li mettano dentro tutti e buttino via la chiave, perché noi ci facciamo un sedere così".
"Non si abbandona chi ti sta vicino: il tuo ragazzo ha sbagliato, ma non per questo lo devi abbandonare".
Due frasi di contenuto decisamente diverso, quasi antitetico. Un comune unico denominatore: il caso Alex Schwazer e il ruolo che ha assunto Carolina Kostner, la pattinatrice gardenese che conviveva con il marciatore condannato per doping. A pronunciare le due frasi sono state altre due campionesse italiane: Federica Pellegrini e Tania Cagnotto, la prima incontrastata regina della vasca, la seconda dei trampolini. Cosa c'entrano con Schawzer e la Kostner? Moltissimo, perché nella delicatissima situazione creatasi oltre alla ragion di Stato che vorrebbe Carolina condannata per omessa denuncia e complicità, si dovrà valutare anche il rapporto d'amore e d'affetto che si era instaurato tra lei e il marciatore. Ragione e sentimenti, l'eterna lotta che divide da sempre gli animi umani, questa volta verrà decisa dall'Ufficio di Procura Antidoping il prossimo venerdì. Quando Carolina dovrà presentarsi per rispondere agli addebiti disciplinari contestati.

Le accuse sono serie e circostanziate: violazione dell'articolo 2.8 delle ‘Norme Sportive Antidoping' e violazione dell'art. 3.3 relativamente al caso di doping che ha portato alla squalifica del marciatore azzurro fino al 30 gennaio 2016. In pratica, dovrà spiegare perché ha mentito e perché avrebbe coperto Alex Schwazer. La risposta sarebbe semplice e lampante: per amore. Ma la legge non ammette né ignoranza né sentimenti e probabilmente la pattinatrice subirà una squalifica federale.

Dalla parte della regione. Federica Pellegrini, intervistata sulla questione ‘doping' non si è tirata indietro e ha dato la bracciata decisiva senza guardare in faccia a nessuno: "Bisogna utilizzare la tolleranza zero con chi si dopa, spero li mettano dentro tutti e buttino via la chiave, perché noi ci facciamo un sedere così. Se fosse capitato a Filippo [il fidanzato Magnini, anch'egli campione di nuoto, ndr] l'avrei mollato subito, l'avrei lasciato molti mesi prima". Chiarissimo il riferimento alla situazione Schwazer-Kostner anche senza fare nomi e cognomi e malgrado la successiva precisazione nel "non avere nulla contro la Kostner" ma solo su chi si dopa. Parole forti, che metterebbero la ragione davanti al sentimento. Fa onore alla Pellegrini, certo, anche se le sue parole giungono alle orecchie un po' stridenti. Qui non si tratta infatti di ‘mollare' o meno un fidanzato (tanto che la storia d'amore tra Alex e Carolina è finita subito dopo il fatto), quanto di dover denunciare o no la persona cui sei legata. Perché i regolamenti federali parlano chiaro: non basta ‘fuggire' abbandonando "l'altro" al proprio destino, si ha il dovere della denuncia.
E qui sta il punto: Federica avrebbe anche denunciato Filippo?

Dalla parte dei sentimenti sta, invece, Tania Cagnotto. Altra campionessa indiscussa del trampolino che ha vissuto da vicino la vicenda Schwazer-Kostner. Perché anche la tuffatrice bolzanina, benché fidanzata con Stefano Paolin che nulla ha a che vedere con lo sport, è pur figlia di  Giorgio Cagnotto e Carmen Casteiner, entrambi tuffatori e campioni, che si sono conosciuti e sposati grazie all'attività agonistica. E qui, per Tania scatta la molla del sentimento che dovrebbe prevalere su qualsiasi regolamento federale: "Una volta che scopri che il tuo ragazzo lo ha fatto cosa fai? Lo mandi all'antidoping? E' una situazione particolare. Penso che abbia agito come avrebbe agito ogni persona: il tuo ragazzo ha fatto uno sbaglio ma non per questo lo devi abbandonare. Mi auguro solo che le diano un po di tregua. Squalificare Carolina sarebbe sbagliato perché, primo, non si è dopata". Anche in questo caso, tutto giusto ma se così andasse, si rischierebbe un maelstrom senza più ritorno. Bisognerebbe riscrivere le regole, rivedere gli statuti federali, ragionare più col cuore che con la testa. E questo, si sa, spesso porta a dei precedenti difficili da gestire. Soprattutto nel mondo dello sport, dove il compromesso già impera da sempre.

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