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Di Maio: “I miei sono i ministeri della sofferenza, quella dei Neet è emergenza nazionale”

Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, riassume i primi giorni al governo durante una diretta Facebook. “Questi due sono ministeri della sofferenza”, dice parlando dei suoi dicasteri e soffermandosi sui Neet, le persone che non lavorano e non studiano, definendo questo problema una “emergenza nazionale”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Una diretta Facebook dal ministero dello Sviluppo economico per ribadire la volontà di varare al più presto il ‘Decreto Dignità’. Il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio fa il punto sulla situazione dopo i primi “dieci giorni molto importanti per questo governo”. Da ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Di Maio parla dei suoi due dicasteri, definiti “ministeri della sofferenza”. “Ho deciso – spiega – di aprire i tavoli di trattativa delle vertenze aziendali alle persone che possono stare vicino a chi soffre. Questi sono due ministeri di sofferenza. Io vengo da un’area disagiata, ma la sofferenza che si vede in questi ministeri è veramente tanta. Al Mise ci sono le aziende in crisi, al Lavoro i lavoratori di quelle aziende”.

Lo spunto da cui parte Di Maio sono i dati Eurostat sui Neet, i giovani che non studiano e non lavorano:  “Un giovane italiano su quattro non lavora e questa per me è una emergenza nazionale. Sono i Neet, ragazzi che hanno perso le speranze, persone che non cercano un lavoro o di studiare per poi lavorare, perché a volte anche il sistema studio-lavoro non riesce a parlare in questo Paese. Sono ragazzi che si perdono perché c’è un livello di disoccupazione mostruoso, se togliamo dai dati i contratti a un giorno, tutto quello che non è dignitoso, quei dati sull’occupazione dicono ben poco. E anche perché non c’è meritocrazia, significa che tu sei una persona onesta e ti vedi superato da un disonesto. Questo può succedere, il problema è come reagisce lo stato e la società. L’onesto è considerato il fesso, il disonesto è considerato il furbo. Questo deve cambiare”.

Di Maio torna a spiegare cosa sarà il ‘Decreto Dignità’, contenente quattro questioni già illustrate ieri. Tra i temi del provvedimento c’è anche la lotta al precariato: “Dobbiamo ridurlo e dobbiamo dare speranza ai Neet. Molto spesso queste persone non hanno neanche la forza di fare un biglietto e andare a Londra a lavorare. Io gli dico che devono restare qui”. Il ministro di Lavoro e Sviluppo economico sottolinea di non aver dimenticato la riforma della legge Fornero e il reddito di cittadinanza. “Spero che il reddito di cittadinanza già a dicembre venga inserito nella legge di bilancio. Ci aspettano grandi partite a livello europeo che ci consentiranno di avere più margine”. Altro punto toccato da Di Maio è quella che verrà chiamata ‘legge Bramini’, “per evitare che chi deve avere soldi dallo Stato si vede pignorare la casa”, afferma sostenendo l’impignorabilità della prima casa.

La vicenda della nave Aquarius

Di Maio si sofferma anche sul caso della nave Aquarius, con a bordo 629 migranti, a cui il governo italiano non ha permesso di approdare nei porti della penisola. “Questa battaglia sulle Ong – rivendica il vicepresidente del Consiglio – l’avevo iniziata io, prendendo insulti da tutte le parti, anche da alcuni interni al MoVimento fuori dalle istituzioni. Abbiamo sempre detto che una cosa è il salvataggio in mare, un’altra è il semplice traghettamento di persone. Siamo contenti che la Spagna abbia aperto i porti, ci premureremo di considerare la Spagna uno di quei paesi da indicare come meta di queste imbarcazioni che contattano la nostra Marina”. Infine, un passaggio sullo scontro con la Francia: “Abbiamo preteso le scuse prima di incontrare Macron e sono contento che le abbia date”, afferma Di Maio, anche se il presidente francese non si è scusato. Oggi Macron e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si incontreranno a Parigi.

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