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Decreto Dignità: Di Maio annuncia il nome del suo primo provvedimento da ministro

Decreto Dignità: così si chiamerà il primo atto da ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico di Luigi Di Maio. Un provvedimento in quattro punti che ha un solo obiettivo, quello di “ristabilire i diritti sociali dei cittadini” perché “la dignità dei cittadini deve tornare al primo posto”, secondo quanto afferma il vicepresidente del Consiglio in un post pubblicato sul blog delle stelle.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il primo provvedimento da ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico di Luigi Di Maio sarà il “Decreto Dignità”. Ad annunciarlo è stato lo stesso vicepresidente del Consiglio durante un’intervista rilasciata a Rtl 102.5. Poco dopo Di Maio ha spiegato meglio la sua iniziativa con un post pubblicato sul blog delle stelle. “Il primo decreto che farò come ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico – scrive il ministro del Lavoro – si chiamerà Decreto Dignità e servirà solo ed esclusivamente per ristabilire i diritti sociali dei cittadini. In questi anni, con la scusa dell'urgenza, sono stati fatti decreti per tutto e per il contrario di tutto. Fondamentalmente però sono sempre stati decreti che servivano per fare gli interessi dei partiti o dei loro amici. Pensiamo ad esempio ai decreti banche che hanno salvato delle posizioni di rendita e hanno massacrato i risparmiatori. Il tempo in cui lo Stato si comportava in questo modo è finito”.

Il decreto dignità si baserà su quattro punti fondamentali, come spiegato dallo stesso Di Maio. Il primo riguarda l’abolizione di spesometro, redditometro e studi di settore per le imprese. “L’era della martirizzazione degli imprenditori è finita, ora avranno lo Stato dalla loro parte”, scrive ancora sul blog delle stelle. Il secondo punto che sarà inserito in questo decreto riguarda la disincentivazione a delocalizzare: “Chi prende fondi pubblici non può andare all’estero. Se lo Stato ti dà una mano il lavoro lo devi creare in Italia e devi dare lavoro ben retribuito e tutelato ai lavoratori italiani”.

Il terzo punto del decreto è una generica “lotta alla precarietà” che non comprende, però, una vera spiegazione di cosa voglia fare il ministro del Lavoro sul tema. “Il Jobs Act è andato nella direzione dell’eliminazione di diritti e tutele, noi faremo esattamente l’opposto”, si limita a precisare Di Maio senza soffermarsi nel dettaglio sulle misure del provvedimento. L’ultimo punto riguarda lo stop alla pubblicità del gioco d’azzardo: “La ludopatia è ormai una piaga che ha segnato profondamente migliaia di famiglie italiane e intendiamo sanarla in maniera risoluta. Così come è vietata la pubblicità delle sigarette, sarà vietata quella del gioco d'azzardo. Entrambi nuocciono gravemente alla salute dei cittadini”.

Per Di Maio si tratta di “quattro punti fondamentali da cui è necessario partire per ristabilire un principio calpestato in questi anni: il cittadino al centro”. Nello stesso post Di Maio annuncia, come già fatto questa mattina in radio, che “nella legge di bilancio di quest’anno si dovrà avviare il fondo per il reddito di cittadinanza in modo da renderlo operativo il prima possibile: non è possibile che ci sia gente che non riesce a campare mentre c'è chi percepisce pensioni d'oro e vitalizi”. Il ministro del Lavoro conclude spiegando la motivazione per cui ha scelto proprio questo nome per il suo primo decreto: “La dignità dei cittadini deve tornare al primo posto e tutti i nostri poteri al governo del Paese li useremo in quest'ottica e nell'interesse esclusivo degli italiani”.

Di Maio ha incontrato i rider

Luigi Di Maio ha parlato oggi con i rappresentanti dei ciclofattorini delle consegne a domicilio, tramite una "video call"E ha ribadito che il ‘decreto dignità' arriverà "in Consiglio dei ministri il prima possibile, nel primo Cdm ‘politico' visto che oggi e forse anche domani saremo ancora impegnati in un Consiglio dei ministri tecnico" sulla squadra di governo. Di Maio ha parlato di una possibile soluzione in poche settimane, forse già entro giugno. All'interno del decreto ci saranno "tutele per i giovani del lavoro 4.0, che non hanno un contratto, né uno status giuridico, che non hanno una tutela assicurativa e hanno seri problemi di precarietà e sicurezza".

"Se non si dà a chi lavora un orizzonte temporale per potersi costruire una vita è chiaro che non si può lavorare serenamente e non si può essere produttivi" – ha aggiunto il vicepremier – "Sui rider diventeremo il Paese più avanzato al Mondo". I rider sono, secondo il pentastellato, "il simbolo di una generazione abbandonata". 

In un post su Facebook il ministro del Lavoro ha aggiunto: "Questi ragazzi avranno finalmente tutte le tutele Inps e Inail, un salario minimo orario e vogliamo espressamente proibire la retribuzione a cottimo" – ha scritto – "Questi ragazzi rischiano la vita e nessuna assicurazione li tutela. È davvero incredibile che sia passato così tanto tempo prima che venissero riconosciuti loro i diritti elementari. Col Decreto Dignità finalmente sarà così".

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