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Delitto del sottomarino, Madsen ammette: “Ho fatto a pezzi Kim”

Kim Wall, giornalista svedese 30enne, è salita a bordo del sommergibile Nautilus, per un reportage, lo scorso 10 agosto. I suoi resti smembrati sono stati trovati in mare alcuni giorni dopo.
A cura di Angela Marino
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Nella giostra di cambi di versione e mezze ammissioni Peter Madsen, lo scienziato-imprenditore danese accusato dell'omicidio della giornalista Kim Wall avvenuto lo scorso agosto, ammette di aver fatto a pezzi la donna. "L'ho fatta a pezzi e l'ho gettata in mare" ha detto ai magistrati l'inventore del sottomarino Nautilus, "ma non l'ho uccisa". Kim, stando all'ultima versione fornita da Madsen, sarebbe morta per aver inalato monossido di carbonio mentre si trovava sul ponte del sommergibile.

La Wall, reporter free lance, aveva accettato di fare un giro di poche ore sul Nautilus insieme a Madsen, per scrivere un reportage sul sottomarino che l'inventore aveva costruito nel suo laboratorio privato insieme a un gruppo di volontari. L'imbarcazione si è inabissata il 10 agosto 2017 nelle acque a est di Copenaghen. Poche ore dopo si sono perse le tracce dei due e il fidanzato della Wall ha allertato la polizia danese. Raggiunto via radio dagli agenti, Madsen ha parlato di guasti tecnici, assicurando che andava tutto bene. L'11 agosto, l'inventore è stato tratto in salvo dal Nautilus che affondava; quanto a Kim, i suoi resti sono stati trovati settimane dopo. La testa e le gambe della giornalista sono state ripescate dai fondali marini in una busta, insieme a un coltello, mentre il torace è affiorato sulle spiagge della costa.

Secondo la ricostruzione del procuratore Jakob Buch-Jepsen, a capo dell'inchiesta, Madsen avrebbe ucciso Kim a coltellate e poi avrebbe smembrato il corpo gettandone i pezzi in mare. Si tratterebbe di un delitto a sfondo sessuale, sebbene sia impossibile determinare se la giornalista ha subito violenza. Su uno dei computer del laboratorio di Madsen è stato rinvenuto anche uno snuff movie contenente immagini dell'assassinio e della decapitazione di una donna. Il procuratore Jepsen ritiene che si tratti di un omicidio realmente avvenuto. Madsen, tuttavia, dice di non essere a conoscenza dell'esistenza di quel filmato.

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