Opinioni

Vi racconto il concerto di Vasco al Maradona con gli occhi di uno dei suoi fan storici, il mio migliore amico

Vasco Rossi ha tenuto il primo dei due concerti allo stadio Maradona di Napoli: sono andato a vederlo col mio migliore amico, nonché il più grande fan di Vasco che abbia mai conosciuto.
A cura di Francesco Raiola
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Vasco Rossi - ph Villani
Vasco Rossi – ph Villani

Dopo Mi si escludeva e Gli spari sopra Vito si gira e mi urla: “Ecco perché Vasco è un grande, perché anche se ha scritto queste canzoni 30 anni fa, sono ancora attuali, parlano anche all’oggi”. Vito è il mio migliore amico, il più grande fan di Vasco che conosco e uno dei 48 mila che hanno riempito il primo dei due concerti sold out allo stadio Maradona di Napoli, dove il cantante è tornato a tre anni di distanza. Con Vito ho girato vari concerti, perché guardare un concerto di Vasco è un’esperienza già per sé, ma farlo con un fan storico, che avrà visto una trentina di concerti in vent'anni, seguendolo ovunque e anche più volte a tour, è speciale.

“Anche se non ti piace e non conosci tutte le canzoni dovresti fare almeno un suo concerto nella vita, perché è un’esperienza unica, qualcosa che non puoi vedere da nessuna parte” continua Vito. E non gli si può dare torno, ogni volta è un’energia travolgente, sia da parte del rocker, che riesce comunque a portare avanti uno spettacolo pieno d’energia nonostante i 74 anni, ma anche da parte del pubblico, una comunità che gira l’Italia nel nome di Vasco, che si riconosce in tutte le sue canzoni, quelle più note e quelle meno, che sa perfettamente quando succede cosa (perché come per i concerti di Bruce Springsteen, ci sono dei riti da cui non si può sfuggire). "A volte sento paragonare i concerti di Vasco a quelli di altri artisti, ma io non capisco come sia possibile. Non esiste nulla di simile a un suo concerto" commenta a fine concerto una persona vicina al cantante.

Vasco Rossi al Maradona di Napoli - ph Rinaldi
Vasco Rossi al Maradona di Napoli – ph Rinaldi

"Prima Vasco, poi nasco" c'è scritto sul pancione di una donna incinta: "È qualcosa che trovi a tutti i concerti di Vasco, assieme ai bambini piccolissimi" continua Vito, che elenca tutti i riti del concerto. Un'ora prima dell'inizio dell'inizio dello show la gente si alza e si sposta tutta sotto palco, su Rewind ormai sappiamo che esiste il rito dei reggiseni, c'è Senza rimpianto continuata come un'eco a cappella dai fan, con Vasco che li incita, poi c'è Diego Spagnoli, storico direttore di palco di Vasco, che presenta la band prima degli ultimi due brani ("Canzone" e "Albachiara"), insomma, una serie di punti fermi che servono a rafforzare sempre più il legame tra il cantante e la sua gente. Guardare il concerto coi fan vuol dire anche avere pagine Wikipedia fatte persone, ti raccontano ogni curiosità, sanno quali pezzi sono più rari, quando sono stati pubblicati. In più quest'anno Vasco ha fatto la scelta di cominciare il concerto con Vita Spericolata, una dichiarazione d'intenti da parte del cantante che è onnipresente (con la band) negli enormi schermi a V (e a V rovesciata).

La scaletta ha come filo conduttore la vita, Vasco lo ripete anche sul palco e dentro ci mette Sono innocente ma…, Manifesto futurista della nuova umanità, non possono mancare inni come Buoni o cattivi, C'è chi dice no, Senza parole, Sally, Siamo solo noi, nel medley ci sono anche Una canzone per te e Va bene, va bene così, ma anche pezzi che solitamente esegue meno dal vivo come Valium e Il tempo crea eroi.

Vasco Rossi e il cartello Zocca caput mundi
Vasco Rossi e il cartello Zocca caput mundi

Vasco dedica Gli spari sopra a "tutti i farabutti che governano questo mondo", parla di pace, salvaguarda al meglio il canto, ogni tanto si prende qualche minuto di pausa e poi torna sul palco con un'energia nuova che scambia continuamente col pubblico. Il legame con Napoli è forte, a un certo punto accenna a ‘O Surdato ‘nnammurato e i quasi 50 mila cominciano a cantare, poi celebra lo stadio della squadra campione d'Italia ("Napoli siete gente di passione, sono felice di essere in questo stadio che è dei campioni d’Italia, complimenti, complimentissimi") – e il due volte Campione d'Italia Matteo Politano è nel backstage per salutarlo –  e soprattutto rende omaggio a Pino Daniele con una versione di Je so pazzo accompagnata per qualche secondo – gli unici della serata .- da qualche goccia di pioggia.

"Vedi, Vasco è un pezzo di vita per tutti, mica solo per noi della combriccola. La testa è al 2026 ma il cuore al 2027, quando compirà 50 anni di carriera", mi dice Vito uscendo dallo stadio con gli occhi ancora lucidi. Gli stessi che il cantante ha affidato alla manica del suo chiodo di pelle in un momento di forte emozione, abbracciando l'asta del microfono per reggersi e lasciando il suo pubblico a completare una strofa. È uno scambio, fino alla fine.

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Giornalista dal 2005, sono responsabile dell'Area Musica di Fanpage.it dal 2013. Sono stato tra i fondatori di Agoravox Italia, e ne sono stato direttore dal 2011 al 2013. Ho scritto di musica, tra gli altri, per Freakout Magazine e Valigia Blu e sono stato relatore al Master di I° livello “Scuola di Giornalismo Post Laurea” dell'Università degli Studi di Salerno. Sono stato per diverse edizioni tra i relatori al Festival Internazionale del giornalismo di Perugia.
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