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“Trovato a Palermo l’ascensore di Casa Battló di Barcellona”

L’ascensore di Casa Batlló, una delle meraviglie dell’architetto Antoni Gaudí, potrebbe trovarsi in una casa privata in Sicilia. Ne è convinto Andrea Speziali, giovane studioso romagnolo considerato tra i massimi esperti del Liberty.
A cura di Susanna Picone
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La cabina di ascensore di Casa Batlló, opera del celebre architetto catalano Antoni Gaudí che sorge a Barcellona, in Spagna, al civico 43 del Passeig de Gràcia, si troverebbe in Italia, in una casa di Palermo. O almeno di questo è convinto Andrea Speziali, giovane studioso romagnolo esperto d’arte Liberty. All’esperto si è rivolto il collezionista per avere una expertise sulla paternità dell’opera. Secondo Speziali quell’ascensore appartiene a Gaudì. A suo dire l’appartenenza è palese perché “i vetri soffiati, l’andamento segnico-coloristico delle decorazioni e le giunture sono le medesime che si ritrovano nella casa progettata da Gaudì”. Il mogano sarebbe lo stesso utilizzato per la casa di Barcellona e un’altra conferma, secondo l’esperto, sarebbe legata ai metalli utilizzati per le maniglie della cabina che, appunto, sarebbero gli stessi impiegati per Casa Batlló. Importanti anche le dimensioni dell’attuale ascensore di Casa Batlló – una copia moderna dell’originale –, che combaciano con le misure della cabina ritrovata, considerando lo spessore d’incastro della sua base destinato a livellare la struttura al pavimento.

Così l’ascensore di Gaudì sarebbe arrivato in Sicilia – L’esperto ha spiegato anche come sarebbe arrivata la cabina dell’ascensore di Casa Batlló a Palermo. Durante il periodo franchista l’avrebbe trasportata in Sicilia un imprenditore spagnolo di origini siciliane, conservandola nel suo appartamento privato. Passata di generazione in generazione, la cabina sarebbe stata poi venduta al collezionista palermitano. La notizia del presunto ritrovamento a Palermo è stata ripresa anche dai media spagnoli e lo stesso Speziali ha detto che Barcellona è stata informata della scoperta. Prossimamente invieranno a Palermo i loro esperti insieme a critici spagnoli del periodo modernista per convincersi dell’autenticità.

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