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Testo e significato di Veleno, Big Mama e la sofferenza della chemioterapia

Dopo l’avventura sanremese con La rabbia non ti basta, Big Mama ha pubblicato il suo album d’esordio: Sangue. All’interno è possibile trovare Veleno, il racconto della terapia affrontata per contrastare il linfoma di Hodgkin nel 2020.
A cura di Vincenzo Nasto
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Big Mama
Big Mama

Dopo le performance sanremesi 2023 e 2024, l'arrivo del primo disco ufficiale di Big Mama, aka Marianna Mammone, dal titolo Sangue era molto atteso. Annunciato proprio durante la kermesse con un post su Instagram, La rabbia non ti basta è stato solo il preludio di un progetto più ampio, anche musicalmente, rispetto all'Ep Next Big Thing, in cui erano contenuti singoli come Poker e POF con Ensi. Tra i brani più intimi di Sangue, dopo La rabbia non ti basta, troviamo Veleno: nel testo viene accennata una condizione di salute passata della giovane autrice, quando nel 2020, dopo aver ricevuto una diagnosi di linfoma di Hodgkin, aveva dovuto affrontare un percorso di chemioterapia. Tutt'altro che pornografia del dolore, anzi una testimonianza di come la cantante è riuscita a raccontare un momento di alienazione, con alcuni dettagli familiari, come parte della sua formazione emotiva. Si tratta della penultima canzone del suo ultimo progetto, un blues piano e voce che contrasta con l'energia della traccia precedente, Bomba a mano, ma che dimostra anche la sua versatilità: qui il testo e il significato di Veleno.

Il testo di Veleno

Fissa i miei occhi blu, ma non lo dire
La paura ce l'hai tu, qua, di morire
Ho il telefono spento, quasi più non lo sento
È ‘sta merda che ho dentro
È veleno che entra mentre cerco di non piangere
Quando saluto papà
Schiavo c'ha le mie catene e lo sa
Doc, mi sorride e dice: "Finirà"
C'ha gli occhi tristi, sa il male che fa
E ho visto l'oro cadere da testa e da faccia
E si porta con se il fatto che io faccia fatica
Guardare un riflesso che non è più me

Non voglio più veleno, no, no
Non voglio più veleno, no, no, no
Non darmi più veleno
Non voglio più veleno

Italo cantiamo pezzi in macchina
Così il viaggio lungo al freddo ci dura di meno
E una carezza poi manco te la chiedo
Tanto i tuoi occhi già mi parlano del vero
Mi hai dato tanto, hai avuto un cazzo
Ti ricordi quando tu mi cullavi?
Mo c'hai una figlia con ‘sti tubi collegati
Tu con le ali, sono contenta che non vedi questa merda
Io mi accontento intanto di quello che resta
Ma c'ho impressa in testa la tua pelle fredda
E mamma c'ha la mamma e se la piange al cimitero
Mia nonna Anna insegna che ‘sto stronzo è vero
Ti spezza in poco tempo e ti ammazza sul serio
Ti piega e poi ti stende a metri sotto zero

Perché proprio io?
Perché non ci credo?
Ma sai quanti stronzi stanno senza Dio
E io l'unica cosa che prego
L'unica cosa che chiedo
L'unica cosa che temo è che

Non voglio più veleno, no, no
Non voglio più veleno, no, no, no
Non darmi più veleno, no
Non voglio più veleno, no
Non darmi più veleno, no
Non voglio più veleno
Non voglio più veleno
Non voglio più veleno
Non voglio più veleno
Non voglio più veleno
Non voglio più veleno, oh, oh
Non voglio più veleno
Non voglio più veleno

Il significato di Veleno

A rendere una particolarità dell'album Sangue la traccia Veleno è anche la produzione, affidata questa volta a Mark Harris. Si tratta di uno dei nomi più riconosciuti in Italia per le tastiere, ex membro originario di Napoli Centrale insieme a James Senese, Franco Del Prete e Tony Walmsley. Lavorerà ai dischi di artisti del calibro di Fabrizio De Andrè, ma anche Mia Martini, Enzo Jannacci, Pino Daniele e Renato Zero. In Veleno, la traccia più intima di Sangue, c'è un ritratto distinto del dolore personale dell'autrice, che traduce con l'immagine del veleno l'elemento della terapia affrontata per contrastare il linfoma di Hodgkin. Tutt'altro che un racconto al singolare, anzi la natura famigliare del brano porta Big Mama a sottolineare quanto la condivisione del momento abbia trascinato giù anche i suoi genitori, come quando canta: "È veleno che entra mentre cerco di non piangere, quando saluto papà, schiavo c'ha le mie catene e lo sa". Nella seconda strofa, c'è un riferimento a sua nonna e alla malattia affrontata, un aspetto in cui la morte viene descritta attraverso le immagini della "tua pelle fredda", ma anche con la preghiera finale: "L'unica cosa che chiedo, l'unica cosa che temo è che non voglio più veleno".

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