Sarah Toscano sul bullismo subito: “Non bisogna mai sentirsi sbagliati, sui social manca empatia”

Gli ultimi anni di Sarah Toscano, dal percorso ad Amici fino al Festival di Sanremo, sembrano non aver smosso minimamente l'entusiasmo della cantante, che dopo alcuni singoli, ha annunciato l'uscita di Met Gala, il suo primo album ufficiale. Il disco che uscirà il prossimo 3 ottobre vede anche la collaborazione di Mida, anche lui ex concorrente del talent di Maria De Filippi, in Semplicemente, inserito nella colonna sonora della serie Netflix RIV4LI. Negli ultimi mesi, la cantante ha subito anche vari episodi di bullismo, soprattutto sui profili social, che ha commentato: "Credo che sui social manchi un po’ di empatia: non si sa mai con chi si sta parlando. Ognuno ha fragilità che non mostra". Qui l'intervista a Sarah Toscano.
Come ti senti davanti al tuo primo album ufficiale, dopo due anni così intensi?
Finalmente posso far uscire tanti brani che avevo in serbo da tanto tempo. È più di un anno che ci lavoriamo e sono contenta di poter far sentire al mondo quello che ho fatto in questo periodo. Sono felicissima, non vedo l’ora. E poi sarà bellissimo cantarli dal vivo, nei miei primi veri concerti a Roma e Milano.
Come nasce il disco e quando hai avuto la sensazione che il lavoro stesse andando nella giusta direzione?
Subito dopo Amici siamo entrati in studio e abbiamo iniziato a scrivere tanto. A un certo punto ci siamo accorti che c’erano diversi brani belli e volevamo raccoglierli in un album. Ancora di più quando abbiamo organizzato le date di Roma e Milano. Volevamo dare nuova musica, qualcosa in più. Abbiamo raccolto i pezzi che ci sembravano più giusti e così è nato l’album.
Qual è la cosa che ti ha sorpreso di più?
Sicuramente essere scelta per Sanremo. Da casa lo guardavo in tv e pensare di essere su quel palco con milioni di persone che mi guardano è stato incredibile. Poi i miei concerti sold out: quella è una delle cose che più mi ha colpita, perché non è affatto scontato. Vuol dire che non solo la gente ascolta la mia musica, ma vuole venire al concerto. Quest’estate ho fatto il Summer Tour e ho visto la differenza rispetto all’anno prima. C’erano tante persone che venivano a conoscermi, io mi fermavo sempre a fare foto, almeno un'ora, a parlare con tutti. Per me quello conta tantissimo.
Ti sei mai rivista in televisione nelle immagini di Sanremo?
In tv no, ti dico la verità. Non l'accendo mai a casa. Però la prima cosa che faccio, qualunque palco sia, è prendere il telefono e rivedere l’esibizione. Sono molto autocritica e voglio capire se quello che ho sentito mentre cantavo è arrivato davvero. A volte sì, a volte no. Magari noto errori o sbavature, ma subito dopo mi riguardo sempre. A Sanremo ho fatto lo stesso: quei video me li sono rivisti migliaia di volte.
Parliamo del titolo del disco: come nasce e come lega i vari brani?
Il titolo è nato dopo il Met Gala. Quel giorno in studio era un flusso di coscienza: scrivevo quello che mi passava per la testa. Non avevo un discorso preciso, ci siamo lasciati trasportare. È nato il tema del Met Gala, del sentirsi forti, del vedersi in alto. Un concetto bellissimo, non solo come singolo ma per tutto il periodo che sto vivendo. Ho tanti sogni, tanti obiettivi, e scrivere una canzone sulla voglia di brillare mi è sembrato perfetto come tema dell’album. In generale, l’album non ha un filo conduttore se non me stessa: ogni brano racconta qualcosa di me, della mia vita e della mia musica. Il filo conduttore sono io.
Cosa significa affermarsi per te in questo momento? Cosa significa “brillare”?
Parte tutto dal sentirmi in una determinata maniera. Sono molto autocritica, non mi accontento mai. Non penso ci sarà un giorno in cui uscirò dal palco dicendo ‘è stato perfetto'. Però è proprio quel desiderio di inseguire la perfezione, anche se sappiamo che non esiste, che mi spinge a dare sempre di più. Non è una questione di numeri, di stadi o di palazzetti. È la sensazione di fare qualcosa che mi piace e vedere che le persone mi seguono in questa direzione.
Voglio entrare nel merito di alcuni brani. Per esempio, Dopo di te mi ha colpito molto, soprattutto nella descrizione della ripresa dopo la fine di un rapporto. Come lo hai vissuto e qual era l’idea alla base del brano?
Dopo di te è stato un esperimento. A differenza degli altri, non parla di un’esperienza vissuta. Ho voluto provare a immaginare come mi sarei sentita io alla fine di una relazione. Non è una biografia, ma un viaggio immaginato in studio: mi sono chiesta cosa avrei fatto e come avrei reagito in caso di una rottura.
Mi ha colpito anche Matchpoint. Non solo per il riferimento al tennis, che è fondamentale nella tua narrazione, ma per il rapporto con i "malesseri", un discorso quasi generazionale. È un vissuto personale o qualcosa di più ampio?
In questo caso ci sono cose che ho vissuto davvero. Però sì, credo sia anche una cosa generazionale. Oggi ci sono tanti malesseri e la cosa che mi è piaciuta di questo brano è raccontarli non in modo diretto, ma attraverso le metafore del tennis: matchpoint, oneshot, smash. Sono termini che tutti conoscono e permettono di capire bene il paragone. Mi sono divertita un sacco a scriverlo, è stato anche quello un esperimento.
Vorrei fare un passo indietro con Caos. Mi sembra un pezzo molto personale, che racconta un momento storico della tua vita negli ultimi 2-3 anni. Come hai vissuto questo caos? Ti capita di guardarti indietro?
In questo periodo mi capita di fermarmi, guardare indietro e ripercorrere ciò che ho vissuto. Sono una persona che riflette molto sul passato, ma poi vuole andare avanti. La mia vita è frenetica, veloce: se vuoi farne parte devi accettare il caos, la confusione esterna e interna. Questo è il senso della canzone. Anche ciò che non è stato bello fa parte di me, e adesso vado avanti così, veloce.
C’è qualcosa che hai dovuto mettere da parte in questi ultimi 2/3 anni e che ti piacerebbe riprendere?
Sicuramente il tennis, che è diminuito tanto. Mi manca molto, soprattutto quest’anno che è esploso a livello nazionale. Io giocavo quasi tutti i giorni, adesso molto meno. E poi il pianoforte. Suono da quando avevo quattro anni, come il tennis. Ho una tastiera a casa e ogni tanto mi ci metto, ma mi piacerebbe tornare a studiare accompagnamento musicale. Ho fatto studi di classica, ma vorrei approfondire l’arrangiamento. Per me il pianoforte dà un’aura diversa, quasi magica, rispetto alla versione originale di un brano. L'ho notato durante un concerto di Lazza, mentre lo suonava.
Hai subito parecchi atti di bullismo durante quest'estate. Come ti ha fatto sentire e cosa pensi di questo fenomeno?
Quest’estate ho letto tanti commenti spiacevoli. Non fa mai piacere, ovviamente. Io ho risposto con la musica: ho postato un video senza parole, solo con una canzone in sottofondo, e tutti hanno capito cosa volevo dire. La musica spesso è la risposta migliore. Oggi ho la fortuna di avere attorno un team, una famiglia e fan che mi danno tantissimo. Nei momenti di down leggo i loro messaggi e mi aiutano davvero. Credo che sui social manchi un po’ di empatia: non si sa mai con chi si sta parlando. Ognuno ha fragilità che non mostra. Non bisogna mai sentirsi sbagliati solo perché qualcun altro lo dice. Io decido come voglio sentirmi, non chi non mi conosce.
Tornando ai tuoi fan: come ti fa sentire il fatto di avere già due live sold-out? Cosa vorresti trasmettere su quel palco?
Onestamente non ci ho mai pensato così. Vorrei solo sentirmi libera in quel momento. Voglio salire sul palco, sentirmi coccolata e far divertire le persone. È un momento di svago, di libertà. Io darò tutto quello che ho. Ci sarà un corpo di ballo – questo posso dirlo – e io stessa cercherò di fare sempre di più. Non posso dire di saper ballare, ma accompagnerò i ballerini. Voglio che chi mi guarda provi tante emozioni diverse.
Ultima domanda: abbiamo parlato di Sanremo e del passato. Ti chiedo di Amici: hai visto la prima puntata? Hai sentito Maria?
Onestamente no, non l’ho vista tutta. Sui social ho visto qualche video, tipo il ragazzo con il violoncello o chi ha cantato cover bellissime. La verità è che in quei giorni ero in studio a registrare, quindi non ho potuto seguire molto. Con Maria ci sentiamo ancora, un po’ meno rispetto all’anno scorso, ma siamo sempre in contatto. Anche con Lorella Cuccarini: ci scriviamo spesso sui social, commentiamo le storie a vicenda.