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Opinioni

Ricardo Franco Levi: “Il libro è la roccia più solida del nostro sistema culturale”

Ricardo Franco Levi dell’AIE commenta a Fanpage.it i dati relativi al 2020 del mercato dei libri, che si è chiuso con un saldo positivo rispetto al precedente. “Gli strumenti messi in campo a livello istituzionale – dichiara il presidente dell’Associazione Italiana Editori – insieme al coraggio degli editori e all’operosità dei librai, consente al nostro Paese di essere un modello per il libro in Europa”.
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L'anno cominciato nel più terribile dei modi si è concluso, almeno per il mercato dei libri in Italia, con un saldo positivo del 2,4%. Il libro nel nostro Paese, dunque, è uno dei pochi settori a crescere nonostante la grande crisi dovuta alla pandemia da Coronavirus e alle restrizioni anti-Covid19. Ne abbiamo discusso con Ricardo Franco Levi, presidente dell'Associazione Italiana Editori, una delle voci più autorevoli del sistema culturale italiano, con cui abbiamo affrontato diversi temi, dall'exploit del digitale alla capacità di fare rete delle librerie indipendenti.

A quanto pare, dati alla mano il 2020 è stato un anno positivo per i libri in Italia.

Sì, sono molto soddisfatto di questo risultato. Anche perché è stato raggiunto in un anno terribile sotto diversi aspetti, che ha comportato difficoltà enormi per gli editori e per i librai. Prima la chiusura in primavera, poi il crollo delle vendite. Ad aprile non avrei mai immaginato un saldo addirittura positivo a fine anno. Mi consenta di dire che questo risultato è stato raggiunto perché, per la prima volta, il mondo del libro ha parlato in maniera unica, come un blocco compatto, facendo sentire forte la propria voce.

Possiamo dire che libro si è dimostrato, ancora una volta, resiliente e capace di sopravvivere ai cambiamenti?

Sì, il libro ha dimostrato una volta in più di essere la roccia solida su cui poggia il nostro sistema culturale. Peraltro il 2020 è stato un anno in cui il nostro Paese ha dimostrato di poter essere leader in questo settore, dettando la linea anche alla restante parte dei paesi europei.

Si riferisce a alla decisione di considerare il libro "bene essenziale"?

A quello ed altro. L'insieme degli strumenti messi in campo, con prontezza e disponibilità a livello istituzionale (il fondo per le biblioteche e il App18, innanzitutto) insieme al coraggio degli editori e all'operosità dei librai, ci consente oggi di rappresentare un modello positivo in Europa.

Tuttavia restano diverse criticità. Partiamo da quelle di carattere contingente. Chi ha sofferto di più il 2020?

L'editoria professionale, con la chiusura dei tribunali, per esempio, è stata gravemente danneggiata nella prima parte dell'anno. Così come quella legata al mondo del turismo e dell'arte. Anche qui per fortuna sono arrivati alcuni provvedimenti governativi che ci hanno permesso di alleviare, almeno in parte, la situazione.

Per quanto riguarda le librerie?

Le piccole librerie e quelle indipendenti, con uno sforzo senza precedenti, hanno trovato il modo di mettersi in rete e fronteggiare insieme la crisi. Questo è un dato molto positivo, che tuttavia non deve ridurre il nostro sostegno a questa parte fondamentale del mercato librario. Paradossalmente a soffrire di più sono state le librerie di catena e medio-grandi. Questi sono luoghi pensati per un viavai continuo di persone, purtroppo la situazione della pandemia continuerà a penalizzarle ancora per un po' di tempo.

Da un punto di vista generale, invece, quali sono le criticità che il sistema-libro presenta?

In Italia abbiamo tassi di lettura ancora troppo bassi, dobbiamo fare di più e investire in questo senso. Anche se nel 2020 il tasso di lettura è leggermente cresciuto non è ancora abbastanza. Peraltro permangono differenze inaccettabili tra le regioni del Nord e del Sud e anche all'interno delle stesse regioni, vi è una differenziazione troppo alta tra le zone metropolitane e le aree interne. La sfida dei prossimi anni resta aumentare il numero di italiani che leggono.

Come?

Continuando sulla falsariga di quanto fatto quest'anno con alcuni interventi straordinari, il che vuol dire sostenendo la domanda, privata e pubblica. Ciò consente agli editori di continuare a fare il proprio lavoro e di creare nuovi lettori, rinforzando al contempo la quota di lettori forti.

Per creare nuovi lettori, c'è bisogno di un lavoro che vada più in profondità…

Sono d'accordo. Si diventa lettori da bambini. In questo senso, il sostegno alla lettura deve indirizzarsi soprattutto alle famiglie, alla scuola e alle biblioteche pubbliche.

Cosa avete imparato, come editori, da quest'anno complicato?

L'avanzata del digitale è stata straordinaria e resterà come una dato centrale anche in futuro. Ciò non deve spaventarci, al contrario, la tecnologia è il miglior alleato di quella roccia solida che è il libro. Ma il libro deve riuscire a declinarsi in forme diverse, senza timori, tra carta ed ebook, tra librerie fisiche e online. Sono molteplici le sfide che ci attendono, sarà di fondamentale importanza continuare ad affrontarle tutti insieme.

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Scrittore, sceneggiatore, giornalista. Nato a Napoli nel 1979. Il suo ultimo romanzo è "Le creature" (Rizzoli). Collabora con diverse riviste e quotidiani, è redattore della trasmissione Zazà su Rai Radio 3.
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